Intervista a Spartaco Pupo, professore e disegnatore dei gol


 Spartaco Pupo, originario di Celico (provincia di Cosenza), è uno stimato professore di Storia delle Dottrine Politiche all'Università di Calabria. E' autore inoltre di diverse pubblicazioni. Noi appassionati di calcio lo ricordiamo però come disegnatore di "moviole" sia sul Guerin Sportivo che sui quotidiani Gazzetta dello Sport e Corriere dello Sport.


Spartaco, nell'estate del 1991 il Guerin Sportivo pubblicò le tue moviole dei gol di Rfc Liegi-Juventus, partita di Coppa delle  Coppe. Furono pubblicate nella posta del direttore, che spese belle parole nei tuoi confronti. Che emozione provasti quella volta nel vedere i tuoi disegni sul Guerin Sportivo?
"Avevo 16 anni e mandai questa lettera, con alcuni ritagli dei miei disegni più belli, al Guerin Sportivo, rivista che leggevo e compravo costantemente. Il direttore, Facchinetti, li pubblicò nella sezione Lettere al direttore. Fu grande l'emozione per me, un giovane della Provincia che si vede catapultato su una rivista così importante, nazionale, per ciò che rappresenta la sua passione più grande. Io facevo i disegni sul diario della scuola e il mio modello era Carmelo Silva. Disegnavo il gol più bello della domenica. Un mio compagno di classe e il mio professore di educazione artistica del liceo mi dissero di propormi ai giornali, perché avevo un bel tratto. Decisi di mandare quella lettera al Guerin Sportivo proprio dopo le parole del mio professore. Però all'epoca non mi presero, anche se fu una bella emozione".

Le prima moviole di Spartaco Pupo



 Come si è sviluppata la tua carriera di disegnatore calcistico?
"Facevo già qualche disegno sul giornalino locale, Forza Cosenza. La promozione sul campo da parte del Guerin fu un momento importante. Mandai la stessa lettera alla Gazzetta. Mi presero nel novembre del 1991. Il caporedattore che mi assunse, Alessandro Barbano, era caposervizio dell'edizione romana. Fino all'anno scorso è stato il direttore del Mattino, è stato anche il direttore del Messaggero. E' uno scopritore di talenti, un grande intellettuale. Mi diede carta bianca pur essendo un ragazzo di 16 anni, senza fare periodi di prova: mi disse solamente, mi servono i gol del Napoli. Ho iniziato con i gol di Careca, Alemao. Fino al 1993, poi l'esordio sull'edizione nazionale con i gol di Gullit. Mi divertivo a disegnarlo con i ricciolini. Era uno dei pochi calciatori che potevi differenziarlo dagli altri. Io ci tenevo a differenziare il giocatore singolo dagli altri. Non potevi farli tutti uguali, come alcuni colleghi facevano. Un Ravanelli non poteva essere uguale a Gullit. Uscivo comunque anche il martedì con i gol delle squadre campane della Serie B. Ho anche collaborato con la Gazzetta della Puglia". 




Dopo la Gazzetta dello Sport, il Corriere dello Sport. Come mai questo cambiamento?
"Passai al Corriere dello Sport nel 1994. Volevo una vetrina nazionale: ho fatto un peccato di presunzione. Con la Gazzetta dello Sport invece uscivo una tantum sul nazionale. Il Corriere non aveva edizioni regionali, così passai da loro. Ma mi fecero un'offerta loro: mi vennero a cercare. Inoltre era andato via dalla Gazzetta dello Sport il mio scopritore, Barbano". 




Nel Guerin Sportivo sei stato protagonista nell'annata 1996-97: la prima annata senza il Film del Campionato, ma con le tue moviole.
"Italo Cucci mi volle fortemente, mi fece la proposta e firmai il contratto con la Conti Editore. Io mi mantenevo gli studi grazie al lavoro da moviolista. Mi sono laureato nel 1998 e grazie a quella passione, diventata un lavoro, mi sono costruito il mio futuro. Qualche volta mi chiamarono in televisione: la Rai mi fece disegnare la dinamica dell'incidente stradale di Lentini, il giocatore del 
Milan".


Qual era il tuo metodo di lavoro?
"Guardavo 90esimo minuto, usando il videoregistratore. Io non sceglievo i gol più belli. Mi  chiedevano loro specifici disegni. Ma, mentre a esempio Giovetti sulla Gazzetta usciva in settimana, io ero uno dei pochi - fu un'intuizione di Barbano - a lavorare come un giornalista vero: guardavo il servizio, con il telecomando dovevo fare il rallenty per cogliere bene ogni particolare dell'azione. Entro le 21.30-22 in redazione avevano bisogno dei disegni: li mandavo con il fax. Lo comprai a rate, era uno dei fax più avanzati, con un'alta risoluzione. Spesi 850.000 lire. Quindi ero l'unico a uscire il lunedì. Avevo certo anche un tratto veloce e non potevo neppure colorarlo. Se non facevano vedere un gol, dovevo aspettare la Domenica Sportiva.  Io lavoravo con il graphos professionale - che usavano gli ingegneri - e l'inchiostro di china, per realizzare al meglio tutto i dettagli. Dovevo usare anche un tratto molto fino, perché poi in stampa il tratto veniva allargato. Il mio problema comunque era la velocità, i tempi di realizzazione".



Sei un grande appassionato di calcio, ma sei tifoso di una squadra in particolare?
"Io ero tifoso della Fiorentina, da quando ero ragazzino e facevo le scuole elementari; c'era un certo Antognoni, il calciatore più brillante ed elegante dell'epoca. Mi appassionai alla sua originalità. E alla maglia. Anche a causa di un po' di spirito di contraddizione verso i miei coetanei che tifavano Juventus, Inter e Milan. Dopo Antognoni, venne Roberto Baggio. Quando andò alla Juventus, immagina il mio stato d'animo! Per me disegnare la Fiorentina era un'emozione". 

Dicevi che comunque questo passatempo, disegnare gol, è diventato un lavoro, con tutti gli oneri del caso.
"E' così. Non sono andato in gita di quinta superiore, un momento atteso da tutti gli studenti. Io non mi sono mosso perché dovevo assicurare i gol, la domenica, per il giornale. Per me il disegnatore è un giornalista a tutti gli effetti. Lo è di più del fotografo. Il fotografo fa uno scatto. Il disegnatore deve rappresentare la realtà, c'è un filtro, lo stesso dei giornalisti quando riportano con le parole una notizia. Il disegnatore sportivo è il vero disegnatore. Un tempo c'erano le trasmissioni, ma erano poche, non c'era Internet, non c'era Sky. Io sostituivo la televisione, per chi la domenica si perdeva il gol. Il disegno era l'esatta fotografia di ciò che accadeva in campo. Non facevo solo moviole, facevo anche disegni, diciamo, normali. Ad esempio illustrazioni sulle nuove regole del calcio. Ho fatto un servizio per il Corriere dello Sport con varie immagini, sul quarto arbitro, sulla ripetizione del rigore e via dicendo". 

Oggi purtroppo i disegni calcistici sono passati di moda, travolti dalla diffusione di Internet e delle immagini. Tu quando hai abbandonato l'attività di disegnatore?
"Internet non sostituirà mai l'arte. La bellezza del disegno, che è un atto di creazione dell'artista, non potrà mai essere sostituita. Il disegno faceva sognare. Ti faceva immaginare di essere lì. E' diverso dalla fotografia, che non ti fa vedere la dinamica, l'azione. A esempio io disegnavo la nuvoletta per rappresentare la corsa. Tutto abolito, proprio in nome della solita fotografia. Quando me ne sono andato, anche perché cominciavano ad abbassare le tariffe, mi dissero che serviva spazio per mettere più pubblicità. Facevi 30 disegni al mese, diventavano dieci, poi cinque. Non valeva più la pena rimanere chiuso in casa la domenica in attesa di una chiamata che non arrivava. Dovevi dare la tua reperibilità. Alle 18 eri inchiodato davanti a 90° Minuto e poi magari finivi per non dover disegnare nulla. Dal Guerin Sportivo, nel 1998, se ne andò Cucci, i sostituti non mi fecero sapere più nulla. L'ultimo disegno fu nel 2000 sul Corriere dello Sport. Ma ogni tanto una pennellata, quando posso, la do anche oggi. Durante i convegni noiosi disegno il gol della domenica (ride, n.d.r.). Poi lo regalo a qualche collega o a mia figlia, la secondogenita. Non segue il calcio come me, però ha questo dono del disegno". 



Spartaco, ci racconti un aneddoto della tua carriera da "moviolista"?
"E' un aneddoto legato alla tua terra. Un edicolante di Rimini, che apprezzava molto i miei disegni, inviò in redazione una lettera, con la sua foto, chiedendomi un autografo e di fargli un ritratto firmato, che avrebbe esposto in bella vista nella sua edicola. Mi ha fatto molto piacere, al di là della promessa di un weekend di vacanza a Rimini che non ho potuto trascorrere per impegni lavorativi".



Io sinceramente non gli avrei chiesto un mio ritratto, ma uno dei suoi fantastici disegni dei gol!
Ringrazio di cuore Spartaco Pupo, uomo di grande cultura e prontezza di spirito.

Commenti

  1. Riky, ottimo lavoro.
    Buon inizio di settimana.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille Gus :), buona settimana anche a te

      Elimina
  2. Un vero maestro! Diciamo che tutti questi artisti , a loro modo, facevano già "graphic journalism" :) cioè comunicavano informazioni (in questo caso ovviamente i goal) tramite un disegno

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bella definizione Fabri..
      Infatti pensaci: quando ho recuperato vecchi Guerin e vecchi Almanacchi ho visto gol e azioni..mica mi attacco a youtube per vedere i filmati d'epoca :D
      Molto meglio sfogliare e guardare su carta :)

      Elimina
  3. Che figata di articolo...cavolo li ritrovi tutti i disegnatori!! 👍👍

    Il bello è che ho riconosciuto tutte le partite senza leggere le didascalie...mantengo la memoria in allenamento!! 😄😄

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Soprattutto il gol di Giunti, segnato con la mitica maglia nera ^_^

      Elimina
    2. Siii!! Di quella, naturalmente appena la tiro fuori dall'armadio, ti mando le foto!
      n. 11 Rapajc

      Pure quella maglia ho indossato tantissimo!!

      I pantaloncini neri con bordatura bianca li adoperavo anche per completare la divisa dell'Argentina 😃

      Elimina
    3. ah ci stavano benissimo quei pantaloncini!

      Elimina
    4. P.S. Io naturalmente ero a quella in casa dove perdemmo però per 2-1 con gol di Crespo e Crippa (Goretti mi pare per noi).
      I due gol del Parma li ho visti benissimo sotto la curva dove stavo, tutti e tre i gol condensati in meno di 10 minuti!! E anche le bestemmie!! 😂😂

      Elimina
    5. ahahahahah, ecco, la partita di ritorno non me la ricordo proprio!

      Elimina
  4. Spartaco è un nome più da romano.
    Bei tempi quando potevi realizzare un sogno del genere a 16 anni, anche se non era la prima scelta.
    Ammazza, ha dovuto sborsare lui le 850.000 lire per il fax. Oggi col cazzo lo farebbero 😆
    Bellissime le nuvolette, fanno molto cartone animato. Anche se possono essere scambiate per flatulenze 😝
    Stupendo l'aneddoto. Non so cosa avrei chiesto io, magari un Superman 😁

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 850.000 lire all'epoca..praticamente oggi sarebbero 1500 euro!
      Ha fatto un bell'investimento, sicuramente ripagato dal punto di vista della soddisfazione professionale.

      ahah, sì, nel fumetto la nuvoletta è una scoreggia :D.

      Elimina

Posta un commento