Ritratti: Michel Platini, il mito che si divise tra Salvador Dalì e Charlie Parker (di C. D'Aleo)


Michel Platini è nato a Joeuf in Francia il 21 giugno del 1955. Alto 1,79 cm. per  73 kg. di peso, ha deliziato le “platee” juventine dal 1982 al 1987. Nella Juventus ha disputato 147 gare e segnato 68 reti. Sempre in maglia bianconera ha vinto tre palloni d’oro (1983, 1984, 1985) e per tre volte il titolo di Capocannoniere italiano (1983, 1984, 1095). Il suo “palmares” è tipico dei grandi Fuoriclasse. Con la Juventus ha vinto 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Coppa dei Campioni, 1 Super Coppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa delle Coppe, 1 Mundialito per Clubs. Con la sua Nazionale ha giocato dal 1976 al 1987 collezionando 72 presenze e segnando 41 reti.



In  generale è stato un Campione immenso e geniale. Uno di quei Campioni indimenticabili che ti deliziava solo ammirandolo. Platini non è stato soltanto il simbolo di quella grande Juventus. Platini è stato considerato il più grande calciatore che la Francia abbia mai espresso e uno dei più grandi Campioni della storia bianconera se non, addirittura, il più grande. Superiore, in Francia,  anche a quel Just Fontaine, celebre attaccante della Nazionale francese dal 1953 al 1960 ,che divenne famoso non solo per la sua verve realizzativa e il calcio che era in grado di “sprigionare”, ma anche per aver realizzato in Nazionale 30 reti in 21 presenze.


Acquistato dalla Juventus nel 1982 dal Saint Etienne, Platini fu al centro di una clamorosa “contesa” di mercato con l’Inter dell’allora Presidente Ivanoe Fraizzoli. Michel era praticamente d’accordo con Sandro Mazzola, direttore sportivo dell’Inter. A causa del blocco delle frontiere, il suo passaggio in nerazzurro non si concretizzò mai. Era il 1979. Nel 1977 il fuoriclasse francese aveva firmato un accordo con Mazzola che però non si poté concludere per la mancata riapertura delle frontiere in quel periodo. Platini allora si accordò con il St. Etienne ma nel 1979, a frontiere riaperte, Boniperti, Presidente di quella Juventus, non ci pensò un attimo, piombò sul Campione francese e lo portò in bianconero profittando di una incertezza della dirigenza dell’Inter. Nacque così la leggenda di Michel Platini in maglia bianconera.

Descrivere Platini non è semplice. Il suo soprannome, indice di Classe e eleganza, Le Roi Michel, dice praticamente tutto. Disquisire del francese è come disquisire di  Leonardo o Raffaello, di  Leopardi o Pascoli. Lui era il “calcio”. Era la genialità applicata al pallone. Aveva quella Juventus “cucita” addosso e non ne ha mai fatto mistero. I suoi primi sei mesi in bianconero non furono indimenticabili. Michel dovette prendere le “misure” al calcio italiano e pagò un tributo parecchio salato al suo personalissimo processo d’ambientamento. Poi però “esplose” con la forza e la caparbietà che ne contrassegnavano il “passo”. Platini divenne il mito che ancora oggi tutti quanti ricordiamo.  Non aveva un ruolo fisso anche se è nato interno di centrocampo. Era il “tuttocampista” di quei memorabili tempi. Regista, mediano, attaccante, ala. Era tutto. Portava in sè e dentro di sè il bagaglio che solo i grandi Campioni possono custodire e trattenere. Con il suo estro, la sua classe e la sua immensa eleganza si rendeva praticamente immarcabile. Abile di testa tanto quanto coi piedi eccelleva nelle aperture anche dai 30/40 metri.


Le sue punizioni fecero storia. Parabole imprendibili a “foglia morta” come solo il grande Mario Corso, ala sinistra della Grande Inter di Helenio Herrera, sapeva calciare. Mandava in gol chiunque. Briaschi, Pacione e Serena, gli allora attaccanti bianconeri, ancora oggi ringraziano. Platini segnava tantissimo egli stesso. Coi suoi “raggi di sole” illuminava qualunque campo di calcio. Amava partire dal centrocampo per arrivare in area di rigore seguendo qualsiasi “traiettoria”.  Uno - due col compagno più vicino ed era già davanti al portiere. Non sapevi mai cosa aspettarti quando lo avevi di fronte. Imprevedibile, genialoide, fu considerato il più grande “jazzista” “prestato” al gioco del calcio che la Storia pallonara mondiale avesse mai “partorito”. Il suo gioco era “Jazz”, cioè poesia, ispirazione, libertà. Col pallone “cantava” versi indimenticabili. In lui scorgevi gioia di “inventare” calcio e “voglia di vivere”.Non era un calciatore. Era un artista, un pittore “naif”.



La sua Juventus (1984-85) divenne leggenda. Era costituita da un  gruppo di ”eroi” giunto al culmine di un ciclo spettacolare iniziato nel 1982-83, quando una squadra formata da sei Campioni del mondo (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea, Tardelli e Rossi), più Platini, Boniek, Favero, Furino e Bettega riuscì in una specie di impresa epica all’incontrario, perdendo la finale di Coppa dei Campioni ad Atene contro un Amburgo nettamente più debole. Quel gol, il gol di Magath, “sanguina” ancora adesso nei ricordi di ogni tifoso bianconero. Una sconfitta indimenticabile e dolorosa.

Gli anni di Platini furono quelli di un altro grande Fuoriclasse. Forse il più grande di tutti “secondo” solo al mitico Pelè. Diego Armando Maradona ha conteso per tanto tempo a Michel Platini la palma di miglior giocatore del Campionato italiano ma soprattutto del mondo. Due giocatori immensi, diversi nello stile ma  capaci di dare entrambi del “tu” alla palla. La critica era divisa in due. Gli estimatori di Maradona e quelli di Platini. Maradona inventava calcio ad una velocità impressionante. Non lo prendevi manco a farlo apposta. Ti scappava via in velocità dopo aver dribblato mezza squadra e si presentava puntualmente da solo davanti al portiere avversario. Una goduria per gli occhi. Su punizione, su azione personale era una sentenza. Risolveva da solo ogni partita indipendentemente dallo stato di salute del suo Napoli. Il Fuoriclasse si individua anche così. Platini era un uomo squadra. Lo  trovavi in qualunque zona del campo ove fosse necessaria la sua presenza. Inventava calcio e lo traduceva in gol.


Maradona era, estro, “follia”, gol. Platini era “arte”,  Un “Picasso” il primo, un “Salvador Dalì” il secondo.


Per molti Platini fu il Charlie Parker del calcio internazionale. Fu talmente “grande” da riuscire a distruggere il mito che egli stesso era riuscito a creare. Dopo essere stato eletto Presidente dell’UEFA nel 2007 fu travolto nel 2015 dallo  scandalo che contribuì a “riformare” per intero la FIFA, il massimo organismo calcistico internazionale, Nel dicembre del 2015 venne accusato di corruzione e sospeso per 90 giorni dal Comitato etico della Fifa

Claudio D’Aleo

Tutte le foto sono scansioni dalla mia personale collezione di Guerin Sportivo.

Commenti

  1. Io ho iniziato a tifare Juve all'età di 6 anni, tra le cause ci fu proprio la grande ammirazione verso Platini.
    Sereno giorno.

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    1. Allora sono felice che sia stato un tuffo nei ricordi e nel passato piacevole :)
      buona giornata cav

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    1. Decisamente, sono d'accordo :)

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    2. Che nostalgia x quegli anni... C'era il meglio del calcio mondiale nelle nostre squadre. Era per palati fini.

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    3. In realtà il buon rendimento delle italiane in Champions sta a significare qualcosa.
      La Juventus è candidata a vincere la Champions.
      L'Inter ha pareggiato con il Barcellona.
      Il Napoli sta facendo benissimo nel girone della morte.
      Il vento sta cambiando.
      Però sì, quegli anni c'erano tanti campioni che oggi mancano.

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    4. Ora chiamo tuo padre e gli dico di cacciarti di casa! Figlio degenere 😡
      Mi ometti sempre la Roma e i suoi giocatori! E mi elogi quelle pippe dell'Inter! Siamo primi insieme al Real e noi l'anno scorso ci abbiamo vinto 3-0 col Barcellona, eliminandoli!
      E comunque perdere 3-0 fuori casa coi campioni d'Europa non è male, soprattutto tenendo conto di quanto siamo scarsi quest'anno 😅

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    5. La Roma la vedo un gradino sotto alle tre più forti, anche se in Champions farà strada.
      Il Real quest'anno lo vedo male...si riprenderà, ma il mercato è stato abbastanza deludente..

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    6. Ma anche quattro gradini, però me la devi citare più spesso, per me e per il papi 😄

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    7. ahhaah, mio babbo in effetti oggi era piuttosto rinfrancato da questa vittoria. Poi è convinto che la Champions League sia come il campionato, salvo che ci sono meno squadre e c'è una finale.

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  3. Io ho iniziato a tifare Juve gli ultimi anni della sua carriera, ricordo come i giornalisti gli rompessero le palle perché non segnava più come un tempo, infatti a fine 1987 si ritirò a soli 32 anni.. chissà quanto avrebbe potuto dare ancora!

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    1. Platini 33enne avrebbe fatto molto meglio di Ian Rush, ad esempio! :D.
      Ritirarsi a 32 anni è stato un atto di coraggio. Oggi invece ci sono giocatori che arrivano ai 40 ma senza più essere protagonisti.

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  4. Da Juventino classe 86 ho studiato per bene Platini. Come calciatore è stato tra i più devastanti, ma come uomo non è che mi ispiri tanto. Si professa da sempre ancora innamorato della Juventus ma in passato qualche frecciatina l'ha buttata.

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    1. Da calciatore non posso che avere un ottimo parere su "Le Roi", ma come dirigente direi di stendere un velo pietoso :D

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  5. Ciao! Platini è uno di quei nomi che pure le inesperte di calcio come me non possono non conoscere :-)

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    1. Ciao Silvia! Grazie per essere passata qui.
      Sì, decisamente "Le Roi" è una leggenda per tutti :)

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  6. Mio fratello, più grande di me di sei anni, èda sempre juventino sfegatato e aveva un'adorazione per Platini. Ricordo anche io molto bene la sua bravura!

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    1. Platini vinse da solo l'Europeo del 1984 (avevo solo un anno e non sapevo cosa fosse il calcio, quindi ho potuto solo recuperare molti anni dopo :D). Un grande campione.

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  7. Beh, questo lo conosco addirittura io.
    L'ho sentito nominare tante di quelle volte che magari non mi ricordavo la faccia, ma il nome si :D

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    1. Ultimamente si sente spesso il suo nome, per gli affari della politica calcistica! Meglio parlare dei suoi trascorsi da fuoriclasse in campo :)

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    2. Anch'io, in verità, lo conoscevo di nome ma non fisicamente.
      Indovina chi me lo nominava sempre....... :P

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    3. Ne parlava bene, spero, anche se era un cuore rossonero :P

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    4. Ci sono tanti juventini di cui noi milanisti possiamo parlare male :D

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  8. Viste le annate, direi che è stato l'ultimo vero exploit del calcio prima della discesa in campo di colui che cambiò tutto.
    Platini è il simbolo di un calcio vintage finito con lui stesso...

    Moz-

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    1. ahah, sì, proprio quando Platini si ritirava, Berlusconi iniziava il suo percorso nel Milan. Per cui ci sta la tua affermazione "Il simbolo di un calcio vintage finito con lui stesso".

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  9. Platini ha segnato il gol annullato più bello della storia del calcio.

    E che classe nel protestare contro l'ingiusto allenamento ;-)

    https://www.youtube.com/watch?v=htfAQkG9hvQ

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    1. Ciao e benvenuto :).

      quel gol me lo ricordo bene perché nella rivista calcio 2000, proprio negli anni 2000, comparve una bellssima moviola (disegno del gol) di Simone Baruffi (disegnatore della Gazzetta e dell'almanacco) di quella rete.
      Ne parlerò comunque in futuro, anche perché ho il Guerin Sportivo con quella partita!

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  10. Mi sta talmente sulle palle per quello che ha fatto con la UEFA (e non mi riferisco solo al motivo per cui è stato cacciato ma anche a tante dichiarazioni di antipatia verso gli italiani, da perfetto francese rosicone, sputando sul piatto dove ha mangiato per anni... i migliori francesi, come uomini, ce li abbiamo avuti noi, fatta forse eccezione per Filippa Mexes) che il calciatore per me passa in secondo piano.
    Solo il vomito per lui.

    Concordo su Maradona secondo a Pelè 😉

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    1. D'accordissimo sul Platini dirigente :D. A me in generale i francesi non stanno antipatici e sono sempre stato un grosso fan di Zidane e Thuram. Mexes invece odioso!

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  11. Peccato che io non l'abbia visto giocare, mi sarebbe davvero piaciuto vederlo, anche perché per me è dopo Del Piero della Juve, e Pelè a livello mondiale, il miglior giocatore ;)

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    1. Nella mia classifica di campioni juventini Platinì è nella hall 3 con Zoff e Scirea :)

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  12. Favero non c'era nel.1982/83. Forse volevi citare Brio

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    1. Vero, segnalo la cosa all'autore dell'articolo, Claudio! Grazie mille

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