Sacchi non è stato “solo” un grande allenatore di calcio. Sacchi è stato innanzitutto un grande Maestro di Sport. Dai suoi “inizi” milanisti in poi e ancora prima a Parma la sua breve ma intensa carriera lo ha portato a inventare, insegnare e gestire un modo nuovo, più spettacolare e per molti versi “geniale” di giocare al calcio. Sacchi è stato un grande innovatore. Le sue idee hanno fatto “proseliti” ovunque. Oggi possiamo disquisire di lui come una di quelle “personalità” talmente forti e talmente importanti da far sì che la Storia del calcio non possa mai dimenticarlo. I suoi granitici concetti si sono via via plasmati, “intersecati” e sviluppati sull’onda lunga di alcuni tra i suoi più nobili predecessori. Uno su tutti: Rinus Michels. Il “Guru” olandese ha inciso notevolmente sulla formazione dell’ Omino di Fusignano. Né poteva essere altrimenti. Quell’idea al contempo “folle” e geniale di preparare le partite e disporre le squadre in campo ha fatto presto “breccia” sui meccanismi concettuali del grande Arrigo. Sacchi non si fermò a Michels. Lui fece propri quei concetti ma li
tradusse in campo a modo suo arricchendoli di particolari essenziali e
di non poco conto. Primo fra tutto la disciplina. Sacchi sulla disciplina non ha mai concesso deroghe a nessuno. Neppure a Marco Van Basten. ![]() |
| Sacchi Van Basten: rapporto di amore-odio |
Per lui le partite bisognava prima giocarle con il giusto atteggiamento tattico e mentale e poi vincerle. Sacchi pretendeva di arrivare alla vittoria attraverso lo Spettacolo e la migliore lettura possibile della gara. L’essenza delle sue teorie era imperniata su concetti tattici mai applicati in precedenza. Vincere per l’Omino di Fusignano non è mai stato più importante di come giungere alla vittoria. Lui era come ossessionato dalle sue personalissime chiavi di lettura e approccio alla partita. Il suo “credo” pallonaro era composto da pochi ma essenziali dogmi: 1) lo spettacolo;2) la disciplina; 3) la lettura della gara e l’organizzazione della stessa; 4) il possesso palla; 5) la “maniacale” attenzione ad ogni compito tattico distribuito; 6) il pressing feroce ovunque; 7) lo spirito di sacrificio e la collaborazione tra i vari reparti; 8) la gestione della palla e dei movimenti con o senza palla; 9)la concentrazione.
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| Sacchi ai Mondiali di Usa '94 |
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| Sacchi con la prima Coppa Intercontinentale del suo Milan |
Non possiamo non citare Mauro Tassotti e Pietro Paolo Virdis passati da Liedholm a Sacchi non prima di aver vissuto da protagonisti nella grande Scuola del vecchio, indimenticabile Barone svedese. Tassotti arrivò al Milan di Liedholm proveniente dalla Lazio. Giocò con i rossoneri anche in serie B. Divenne Tassotti grazie alle cure di Liedholm che nel corso degli anni gli aggraziò e ingentilì così tanto bene i “piedi” da farlo diventare ben presto il “Djalma Santos” del Milan.
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| Disegno dal Guerin Sportivo |
Ricordiamo quella grandissima squadra (4-4-2): Galli G.;Tassotti, Costacurta (F. Galli), Baresi, Maldini; Donadoni, Colombo (Ancelotti), Rijkaard, Evani; Gullit, Van Basten (Virdis). Il bel gioco fu la fissazione di Sacchi e Berlusconi, il “respiro” di quel Milan. Il Milan “sacchiano” era talmente forte che il portiere era l’unico giocatore di cui quella squadra avrebbe potuto tranquillamente fare a…. meno. Con una difesa granitica arroccata attorno alla grande classe e alla grande bravura di Franco Baresi, con quel centrocampo e quel reparto avanzato, il portiere sarebbe potuto rimanere tranquillamente in panchina. Quasi nessuno riusciva a tirare contro la porta milanista. Giovanni Galli docet.
Vedevi quella squadra giocare a “blocchi“, quasi a memoria e ne rimanevi incantato. La vedevi muoversi compatta avanti e indietro con una precisione millimetrica; aggredire gli spazi con ferocia disarmante; difendersi e attaccare in “10”sempre pronta a fare densità a centrocampo per irretire la manovra altrui e per creare “superiorità” numerica. Il Milan di Sacchi non faceva “respirare” gli avversari. Verticalizzava e aggrediva gli spazi con una disinvoltura disarmante. I primi difensori erano gli attaccanti che andavano a pressare i difensori altrui per arginare la nascita di ogni azione offensiva. A loro volta diventavano attaccanti i difensori e i centrocampisti che svettavano in area e spesso insaccavano in porta quasi fossero punte vere. Tutti sapevano fare tutto. Tutti si aiutavano reciprocamente. Erano un gruppo forte e coeso prima ancora d’essere una magnifica squadra.
Claudio D’Aleo







Sacchi ha letteralmente inventato un nuovo modo di fare calcio ed ha innovato questo sport. Io lo ricordo bene il suo Milan era bellissimo da vedere ed estremamente concreto. Sacchi è entrato di diritto a far parte della storia del calcio.
RispondiEliminaPensa che proprio qualche tempo fa ho letto un articolo sul web che smontava il mito di Sacchi.
EliminaPiuttosto pretestuose come argomentazioni...
Sacchi è stato un innovatore importante per il nostro calcio.
Oggi è il compleanno di Sacchi, per questo ho deciso di pubblicare Ritartti di Claudio oggi.
RispondiEliminaDomani si recupera la top3 :)
Buon compleanno al Mister, allora! ;)
EliminaLui me lo ricordo bene e devo dire che mi stava anche molto simpatico.
RispondiEliminaLeggo che è anche il suo compleanno perciò: auguri!!
Pensa che invece agli addetti ai lavori era uno dei personaggi più antipatici :D
EliminaA proposito di simpatia, da ricordare la memorabile imitazione di Crozza a Mai dire gol
Si, mi ricordo che non stava molto simpatico. Eppure a me si, non saprei dirti perché :)
EliminaRicordo anche l'imitazione di cui parli...davvero esilarante.
Era romagnolo. I romagnoli ti stanno simpatici, no? :D :D :D
EliminaHa copiato la zona dall'Olanda. Poi ci ha messo del suo. Occhi spiritati, un gran calcio grazie anche ai campioni che il Milan poteva utilizzare. Lode a Sacchi. Ha vinto tanto. Era amico di Giovanni Galeone. Un anno ha fatto melina e ha permesso al Pescara la promozione in serie .
RispondiEliminaPer me è matto.
Esattamente, non ha inventato nulla, ma ha innovato, cambiando ciò che era. E ovviamente il suo successo è stato determinato anche dai giocatori che aveva in rosa (in Italia poi ha vinto un solo su scudetto su quattro, anche se uno è sfumato per gli infortuni e l'altro lo ha perso al rush finale).
EliminaLa promozione in serie A.
RispondiEliminaQuesto PC salta le parole.
Tranquillo si capiva benissimo :)
EliminaSicuramente ha portato tante novità nel nostro calcio.
RispondiEliminaSereno giorno.
Esatto, è stato lo spartiacque dopo gli anni in cui si giocava con l'1-3-4-2 con il libero staccato, un tornante, un rifinitore di regia e due attaccanti.
EliminaPiù che inventare per me ha sdoganato una nuova mentalità. No catenaccio, si calcio champagne. Un po come noi ieri. ;)
RispondiEliminaBellissimo Napoli, ieri. Nonostante le tantissime assenze!E grazie per aver fermato la Roma.
EliminaMarco Van Basten, Franco Baresi e Arrigo Sacchi. Grazie a loro ho conosciuto il bello del calcio e grazie a loro continuo ad amarlo, nonostante tutto!
RispondiEliminaMa ti dimentichi..Paolo Maldini! :D
EliminaCerto, Maldini... ma il Capitano per me sarà sempre Baresi... "una certezza!", ti ricordi?! ;)
EliminaEccerto :D
Eliminahttp://bazarcalcio.blogspot.com/2018/10/spot-intesa-pour-homme.html
:D
Eliminanon potevo non omaggiare quel mitico spot..poi arriverà anche quello della gatorade.
EliminaIndubbiamente un grande, ma diciamo che l'arrivo di Silvio ha contribuito a renderlo tale.
RispondiEliminaCertamente, soprattutto per i grandi giocatori che gli ha messo a disposizione :)
EliminaChe bei ricordi!!! :-)
RispondiEliminaDavvero...per me sono ricordi da bambino...ancora più belli.
EliminaMe lo ricordo il povero Angelo Colombo, mio papà milanista mi ripeteva sempre anche lui che è stato "scassato" da Sacchi :D E comunque ha vinto due Coppe dei Campioni, penso che molti giocatori vorrebbero avere una carriera così vittoriosa seppure breve! Chissà perché il calcio sacchiano funzionava meglio in Coppa Campioni che in campionato (uno solo vinto)
RispondiEliminaIn campionato non funzionava perché alla lunga i giocatori pagavano il forte dispendio energetico in tema di pressing..
EliminaPoi tanti infortuni, anche se avevamo la rosa ampia.
Sì, grande allenatore, però a volte dice tante cavolate..
RispondiEliminaIl problema è quando le ha fatte, le cavolate.
EliminaTipo Giuseppe Signori, capocannoniere del campionato, a fare l'ala sinistra :D
"Il Milan “sacchiano” era talmente forte che il portiere era l’unico giocatore di cui quella squadra avrebbe potuto tranquillamente fare a…. meno." Certo che chi ha scritto questo articolo, oltre a capire davvero molto profondi calcio, non si è neanche preoccupato di documentarsi un po'. Il Milan di Sacchi ha preso batoste molto sonore dal Napoli di Maradona, dall'Inter di Trapattoni, dalla Sampdoria di Vialli e Mancini. Ha allenato il Milan per quattro stagioni alla fine degli anni '80, ma ha vinto solo uno scudetto. Forse perché nelle altre tre stagioni, giustamente, non schieravano il portiere, ah ah ah ah ah ah. Certo che la libertà del Web ha dato la possibilità di scrivere stupidaggini a tutti, ma proprio a tutti.
RispondiEliminaE' un'iperbole, dai :), e poi effettivamente senza gli errori di Galli e Pazzagli, nel campionato 1989-90, Sacchi avrebbe vinto due scudetti e non uno...
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