Ritratti: la favola di Pelé (di Claudio D'Aleo)

Foto Corriere.it

Edson Arantes do Nascimento, in “arte” Pelè, è stato certamente il più grande calciatore di tutti i tempi. E’ nato a Tres Coracoes, in Brasile, il 2 ottobre del 1940. Alto 172 cm. pesava 75 kg. Ha abbandonato il calcio il 1 ottobre del 1977 dopo aver meravigliato il Mondo intero con la sua classe immensa e le sue indimenticabili giocate. Si è esibito prevalentemente nel Santos, dal 1957 al 1974, realizzando la bellezza di 571 reti in 586 presenze. Poi nei N.Y. Cosmos dal 1975 al 1977 (37 reti in 64 partite). Ha giocato nella Nazionale brasiliana dal 1957 al 1971 totalizzando 77 gol in 92 partite. Con la Nazionale “verde oro” ha vinto 3 Campionati del Mondo: Svezia 1958, Cile 1962 e Messico 1970. A fine carriere “contava” 1284 gol in 1375 gare. Roba da far accapponare la pelle. 

Pele festeggia la vittoria nei mondiali del 1970 (foto dal Guerin Sportivo)

Pelè era tutto. Era centrocampista, era trequartista, era ala, era mezzala, era centravanti. Anche punta esterna. Magari sarebbe stato pure un magnifico portiere. Fortissimo di destro, fortissimo, di sinistro, fortissimo di testa, eccelleva qualunque cosa volesse fare e qualunque fosse la porzione di campo dove si trovava. Era un atleta meraviglioso. E’ nato per giocare al calcio e primeggiare dappertutto. Incarnava il “tutti i ruoli” di quei gloriosi tempi. I tempi in cui la palla o era rigorosamente chiara e coi “rombi” visibilmente cuciti, o era bianca coi “rombi” in bianco e nero. Erano I tempi in cui, se ne avevi la fortuna, accendevi la TV anch’essa in bianco e nero e vedevi il calcio che allora era possibile vedere. Italia Germania di Mexico 1970, tanto per gradire. O la finale tra Italia e Brasile, la partita tra quei “mostri” verde oro capeggiati da Pelè e i nostri umani, “poveri” Campioni “azzurri”. Pelè era il Calcio fatto persona. La sua vita bisognerebbe raccontarla a chiunque ami questo meraviglioso Sport. Sembra una favola.

Dal Guerin Sportivo: Pele a 17 anni
 La Storia di un bimbo povero divenuto Fuoriclasse. L’adolescenza di Pelè, detto anche la “Perla nera”, fu difficile. Povero tra i poveri con il gioco del calcio nel sangue e nel destino. Giocava nei campetti vicino casa indossando scarpette vecchie o correndo addirittura scalzo. A un certo punto lo chiamarono Pelè. Il perché non lo sa neppure lui. Forse perché da bambino amava giocare a piedi nudi su un campo di terra e polvere, senza erba: un campo “pelado”. Ecco il perché di Pelè. Oppure per distinguerlo e magari accomunarlo a un altro suo coetaneo molto bravo pure lui a giocare a pallone, un certo Quele di cui però pare si siano perse le “tracce”. Eppure questo umile figlio di schiavi, traghettato dall’Africa in catene assieme a tanti altri poveracci come lui per dare un timbro allo sfruttamento di una delle terre più ricche del mondo, dalle miniere d’oro alle piantagioni di caffè, è stato considerato, e lo è tuttora, il più grande giocatore che la storia del calcio abbia mai “partorito”

Lui, di umili origini, si assunse il compito o, per meglio dire, il “dovere” di “riscattare” le immani sofferenza della sua gente nobilitando con la sua classe, la sua eleganza e le sue gesta, ogni campo laddove era giusto dovesse andare a giocare. La gente stravedeva per lui. Non tutti hanno avuto la fortuna di ammirarlo. Quelli che oggi ne parlano lo descrivono come un calciatore fuori dal “comune”, quasi un dio del calcio impossibile da marcare e da arginare. Quella palla tra i suoi piedi sembrava non solo di velluto ma pure telecomandata. Non lo abbandonava mai. Sempre pronta ad andare ovunque Pelè le dicesse, con dolcezza”, di andare; sempre pronta a ritornargli tra i piedi ad ogni suo minimo cenno. Il Fuoriclasse entrava in alchimia con la palla. Pelè e il pallone sembravano fossero innamorati l’un dell’altro e viceversa. Più lui calciava la palla e la insaccava alle spalle dei portieri, più quella palla tornava a cercarlo quasi ne fosse invaghita. Nelle mischie più furibonde lui, il più grande, usciva sempre dalle aree di rigore palla al piede e a testa alta. Uno spettacolo. Imperioso e fiero come il più forte dei guerrieri subiva pochi falli perché anche fargli un fallo o metterlo giù non era roba da tutti. Prima dovevi avvicinarti a lui e non era semplice. Con o senza palla non sapevi mai dove andarlo a prendere. Entrava in area anche partendo da lontano. Anche con un difensore attaccato alla maglietta. Scartava due, tre avversari e segnava con leggiadria assoluta talvolta scartando pure il portiere. Dribblava di desto, di sinistro, di tacco e sempre a velocità sostenuta. Ti superava una volta e anche due e poi di nuovo ti dribblava prima di segnare gol spettacolari come lui solo sapeva realizzarne. Certi suoi “tunnel” sono passati alla Storia.

Dal Guerin Sportivo

Anche oggi Pelè sarebbe Pelè. Eccellerebbe con disinvoltura come ha sempre fatto. Lui ti “incantava“. Lui ti girava attorno coi suoi dribbling ubriacanti fino a metterti a sedere per poi calciare e fare gol. Sembrava una pantera. Ti annichiliva con le sue giocate fantastiche e imprevedibili. Anche di testa era un fenomeno. Ricordiamo ancora il gol che ci fece sempre in quella famosa e indimenticabile finale di Mexico ’70. Lui che salta in alto, più in alto di tutti, fino alla testa dello sbalordito Burgnich quasi fermandosi in aria prima di insaccare alle spalle del povero, incolpevole, Albertosi. Un tiro di testa che sembrava una fucilata. Una rete da antologia.

Se ci chiedete quali fossero i suoi punti deboli ancora oggi facciamo fatica a citarne uno che sia uno. Pelè ha amato il calcio come il calcio ha amato lui. Per lui il gioco del calcio è stato divertimento, gioia di vivere, espressione, mai lavoro. E quella sua gioia liberatoria la trasmetteva in campo a compagni e avversari quasi fosse un predicatore d’altri tempi e non un Fuoriclasse cha amava divertirsi e divertire chiunque lo vedesse giocare. Ci perdonino tanti altri grandissimi Campioni che si sono via via alternati nel tempo durante e dopo Pelè. Noi un Campione assoluto dalle movenze quasi “divine” come Pelè non lo avevamo mai visto né, probabilmente, lo vedremo mai più. “ Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Giocare “contro” Pelè non era facile. Praticamente impossibile. E’ come se il buon Dio, avendo donato a noi tutti un giocatore così immenso e unico, avesse deciso che il suo compito tra noi umani, nello Sport, fosse bello e compiuto. Come se avesse considerato che sarebbe poi toccato a noi “poveri” uomini cercare di avvicinarci quanto più possibile a quel concetto impareggiabile di calciatore e a quel “modello” di fuoriclasse universale. Onore al più grande, dunque. Onore a Pelè. A chi cioè ha racchiuso in sé tutte le principali doti e qualità del vero, impareggiabile Campione di Sport.


Claudio D’Aleo

Commenti

  1. Grande uomo e calciatore. Buona giornata, Riccardo.
    sinforosa

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    1. Verissimo, speriamo si riprenda al meglio dai suoi problemi di salute!

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  2. Chissà che si riprenda, ha fatto prendere un brutto spavento a tutti gli appassionati di calcio! Per quelli come Pelè il tempo sembra non passare mai, lo immaginiamo ancora calciatore, mentre ha quasi 80 anni!

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    1. Davvero, sono personaggi che davvero...spero campino 150 anni :D almeno

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  3. Ecco, lui si che lo conosciamo tutti :D
    Ha lasciato il calcio molto prima che io nascessi ma di lui si parla ancora.

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    1. Esatto, Pele' è una leggenda. Pensa che fu testimonial, negli anni '90, anche di un noto calzaturificio romagnolo XD

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    2. Oh beh, questo non me lo potevo proprio ricordare :)

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    3. davvero :D
      Un giorno in extra (o.t) pubblicherò una cosa divertente su un'azienda romagnola .D

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  4. Oohh! Su Pelè son preparatissima ^_^... non per altro, ma perché ho visto il film su sky l'anno passato e non una ma ben due volte a distanza di pochi giorni. Bellissima la sua storia, significativa la maniera in cui è cresciuto e la povertà che lo ha temprato e lo ha reso forte - ho pianto nella scena in cui, ancora ragazzo ed alle prime partite, fece recapitare la lavatrice alla mamma. Interessante nel film anche la lotta per superare quel suo stile "ginga", per poi alla fine arrendersi all'evidenza del talento che risiedeva probabilmente nel suo dna di provenienza: come dire, se uno ha un talento, non c'è nulla da fare, l'unica maniera per sfruttarlo è essere al cento per cento se stessi.

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    1. Più preparata su Pelé o su Sonic? :D
      Il film è bellissimo, vero, me lo riguarderò e lo recensirò. "Ginga", sei preparatissima, davvero!
      Poi la chicca di quel film è la voce del grande Bruno Pizzul!

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  5. A parte che lui secondo me è il più grande di tutti, anche di quello lì, ho sempre amato questo giocatore (e uomo soprattutto), addirittura su di lui feci il tema del terzo superiore, e con risultati interessanti ;)

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    1. ahah quello lì :D, ma caspita, adesso che mi ci fai pensare...
      tocca fare il ritratti su Diego Armando!
      Bellissimo l'aneddoto del tema!

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  6. Quando ho saputo del ricovero ho pensato a Ramsey. Grande homo, bella storia.

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    1. ahaah, è vero! Pelé è così grande da aver vinto la maledizione di Ramsey!

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  7. Leggere "è stato" mi ha fatto pensare al peggio.
    Brivido.
    Forza Pelè.
    Rimettiti in sesto!

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    1. E' stato dimesso dall'ospedale. Spero sia stata solo una parentesi!

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  8. Una figura straordinaria come uomo e calciatore. Molto sentito l'articolo di D'Aleo, riesce a contagiare emotivamente tutti anche coloro che di calcio magari ne sanno poco. Questo per merito di D'Aleo ma anche della fama di Pelè. Anch'io avevo visto il film su di lui su sky e mi aveva emozionato moltissimo.

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    1. Giro i tuo complimenti a Claudio: ne sarà davvero felice.
      Vidi anche io il film, molto bello!

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  9. Ma sai che ora il mio trip è tutto per Quele?
    Grande, comunque, Pelè: davvero, copriva ogni ruolo tranne il portiere.
    Nato per il calcio, e penso anche io che pure oggi sarebbe stato un fuoriclasse.

    Moz-

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    1. Per me resta sicuramente il calciatore brasiliano più forte della storia. Neymar non lo potrà mai eguagliare!

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  10. Grande giocatore che però non ho mai visto giocare.
    Una sorta di leggenda tramandata, sarebbe stato bello vederlo giocare se non tramite video.

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    1. Sai qual è il mio primo ricordo di Pele'?
      Quelle storie di Topolino..ne parlammo...era il mondiale vinto con la Svezia, Pele' fece un gol straordinario in finale saltando due avversari con un doppio pallonetto al volo.
      Bellissimo.

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  11. Io ho visto il film dedicato alla vita e alla carriera di Pelè! 😊 Interessante il tuo articolo! Buona serata!👋

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    1. Mi tocca recensirlo allora, l'avete visto in diverse :)
      Grazie Vane, buona serata a te!

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