Intervista a Paleari: miglior portiere della B con il cuore da chef


Poter chiacchierare con Alberto Paleari, 26enne portiere di Giussano grande protagonista tra i pali del Cittadella in Serie B, ha rappresentato una grande soddisfazione personale. Nella stagione 2013-14, seguendo il Rimini per lavoro, fui colpito dall'abilità di un portiere di una piccola squadra rivale dei biancorossi, la Virtus Verona. Era alto, ma molto agile, effettuava parate non banali, togliendo palloni dagli angoli più lontani dalla porta. Un portiere dalle qualità superiori rispetto ai suoi colleghi e avversari. Non a caso lo scelsi nella mia personale top 11 e gli predissi un futuro in Serie B.  Oggi Paleari è una certezza, in Serie B. Il suo "Citta" ha sfiorato una clamorosa promozione e gli addetti ai lavori lo hanno riconosciuto come il miglior portiere del campionato. Prossimo obiettivo la Serie A, che aveva vissuto da ragazzino, come portiere delle giovanili del Milan.

Paleari al Cittadella

Alberto, una stagione di grandi soddisfazioni, nonostante lo sfortunato epilogo in finale (sconfitta ai playoff per la promozione in Serie A contro il Verona), a distanza di qualche giorno quali sono le tue sensazioni?
"La gente di Cittadella è stata meravigliosa, ci ha sostenuto anche dopo la sconfitta con il Verona. In cuore nostro ancora non siamo riusciti a smaltire la delusione. A 20 minuti dalla serie A, una cosa che ti cambia la vita, il traguardo è sfumato. Non è rabbia, non ho mai avuto rabbia. E' sgomento e amarezza. Non ce la siamo giocata come sappiamo fare. Se avessimo giocato a viso aperto, provando a vincere, avremmo fatto meglio. Purtroppo ha pesato l'inesperienza. Non eravamo abituati a fare questo tipo di partite. Abbiamo quasi completato una pagina importante del calcio italiano, eravamo a un passo".


Foto Getty Images

Miglior portiere della serie B secondo il giudizio degli addetti ai lavori, sei stato peraltro premiato nella mia Rimini. Un premio per una carriera costellata da una dura gavetta. Nessuno ti ha mai regalato nulla, in ogni squadra ti sei conquistato il posto da titolare con il duro lavoro.
"Hai pienamente ragione. Ogni tanto ci penso e ragiono sul fatto che sette anni (2012-13) fa ero a Trezza sull'Adda, poche partite e poi fallimento della società quando toccava a me fare il titolare. Sono andato alla Virtus Verona, nell'estate 2013, ripartendo da zero. Ho dovuto mangiare l'erba per dimostrare di poter stare tra i professionisti. Ho giocato in squadre con fame che con la lotta hanno ottenuto i loro risultati: salvezze difficili, playoff di Serie B. Ho sempre cercato di dare continuità nel mio gioco, di garantire un rendimento costante".

Una parata di Paleari ai tempi della Virtus Verona

Un metro e novantatré cm di altezza, eppure una grande elasticità e attitudine al volo: hai qualche segreto negli allenamenti?
"In questi ultimi tre anni ho impostato il lavoro con il preparatore Pierobon, che qui a Cittadella ha giocato fino a 46 anni, ad alti livelli. Con la sua esperienza ci ha insegnato tanto. Il portiere - questa sua mentalità la condivido pienamente - non può agire di istinto, deve essere un calcolatore. Bisogna cercare di capire dove possa arrivare il tiro. Da parte mia curo molto l'allenamento, anche fuori dalle sedute con la squadra. Noi siamo privilegiati. Guardo le mie amiche che fanno le gare di nuoto per conquistare le olimpiadi, si allenano la mattina e il pomeriggio. Noi lavoriamo meno e guadagniamo di più. A me non piace l'idea di alzarmi tardi la mattina, o di fare le ore piccole davanti alla playstation. Preferisco curare bene il mio corpo, facendo anche un apposito lavoro di scarico per essere sempre in forma".

Quali sono i tuoi modelli come portieri?
"In Serie A Samir Handanovic è un portiere poco spettacolare e scenografico, ma tanto, tanto concreto. E para. Para veramente. Con i piedi mi piace Ederson del Manchester City, ma come portiere Samir è tanta, tanta roba".

Piu' difficile la laurea in scienze motorie o conquistarsi un posto al sole in serie B?
"Sono due cose che nella mia vita sono andate abbastanza in parallelo. Facendo allenamenti normali, non un lavoro che mi tenesse via di casa per 8-10 ore, come i miei genitori, ho avuto tempo per dedicarmi allo studio. Ho fatto scienze motorie, imparando cose che poi mi servivano anche in campo, per il mio allenamento personale. Ho portato i libri in campo: ho avuto dei benefici. La nostra carriera è corta: bisogna essere pronti anche al dopo, anche perché gli stipendi di serie B non si avvicinano minimamente a quelli di A".



E' vero quell'aneddoto dei tempi del Milan, quella volta in cui, durante una trasferta, ti sedetti sull'autobus nel posto di Ibrahimovic?
"Lui è un grande, un carisma pazzesco, la sua presenza si sente nello spogliatoio. Però ha un minimo di scaramanzia. Quella volta mi sedetti sul suo posto sull'autobus. Tutto è finito in sorriso e abbraccio. Solo perché aveva fatto gol, se non lo avesse fatto... (ride, n.d.r)".

Un giovane Paleari ai tempi del Mantova

Vorremmo approfondire un po' chi è Alberto Paleari, tolti i guanti. Quali sono i tuoi passatempi preferiti?
"Mi piace molto la cucina. Ho organizzato dei corsi con la mia compagna a Cittadella. Amiamo mangiare bene, così abbiamo individuato diversi chef nei dintorni di Cittadella, persone valide anche dal punto di vista umano, organizzando questi corsi che per Cittadella sono stati una novità Ho imparato diverse cose e ho mangiato in compagnia (una cena chiudeva ogni giornata di corso, una volta al mese, n.d.r.). Frequento inoltre corsi di inglese. Infine ho aperto un canale youtube gratuito. Visto che sui vari social tanti mi contattano chiedendomi come abbia fatto quella parata o chiedendomi delle specifiche tecniche sul ruolo di portiere, ho deciso di girare questi video, con la collaborazione di un mio amico preparatore. Comunque non ci sono segreti: c'è solo tanta passione e dedizione. Questo è il consiglio ai giovani ragazzini".

Ti piace la cucina, quindi immagino anche i programmi televisivi sulla cucina...
"Masterchef lo seguo, certamente. Comunque ti svelo una cosa: mi ero prefissato l'obiettivo di andare a mangiare a Modena da Luca Bottura, in caso di promozione in Serie A. Sono cene da 300 euro. Serie A sfumata: niente, ci riproverò il prossimo anno".

"Come portiere giochi sempre a maniche corte, fin da gli esordi se non sbaglio. Hai delle preferenze sui colori, c'è una divisa particolare con la quale hai giocato nella tua carriera che conservi con cura in un armadio..".
"No, in realtà le maniche corte solo quando fa tanto caldo. Purtroppo alcuni tipi di terreni in erba mi provocano delle irritazioni, quindi sono costretto a giocare con la maglia termica a maniche lunghe sotto la divisa a maniche corte (In effetti nella Giana Erminio ha vestito maglie a maniche lunghe, n.d.r.). Sulle maglie: io le tengo tutte, almeno una per ogni anno. Una maglia a cui sono particolarmente legato è quella dell'Italia con la quale ho vinto le Universiadi in Corea nel 2015. L'emozione più grande della mia vita: la medaglia d'oro conquistata con gli azzurri".

Paleari alle Universiadi

Il mio augurio è che quella medaglia non rimanga l'unica e che presto si possano aprire le porte della serie A per un portiere di grande valore, ma soprattutto un ragazzo che mi ha impressionato, non solo per la grande e immediata disponibilità nel prestarsi a questa intervista: socievole, loquace, vivace intellettualmente.

Grazie di cuore Alberto e un grande in bocca al lupo per la tua carriera. Ti aspettiamo in Serie A portierone!

(Dove non espressamente detto, le foto sono tratte dalla pagina Facebook del portiere)

Commenti

  1. Paleari è bravissimo ma non supera Fiorillo. Il Cittadella non ha retto l'impatto emotivo nella sfida contro il Verona nella finale play off. Un peccato. Avere una squadra in serie A in un paese di 20 mila abitanti sarebbe stato magnifico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me invece è superiore Paleari :P, ma ho grande stima anche di Fiorillo (che non a caso è affidato alle cure dell'amico Aldegani).
      E' così: il Cittadella è crollato al Bentegodi.
      Peccato, perché è una squadra che ha espresso sempre un ottimo gioco.

      Elimina
  2. Io da Bottura ci sono passato. Davanti al portone, ahaha!
    Comunque, gli auguro di andare a mangiare lì, e quindi la A, se lo merita.
    Molto umile, molto social, molto alla mano e moderno.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sono quei ristoranti dove se non hai la cravatta o la giacca ti buttano fuori? :D.
      Mi unisco al tuo augurio.
      E come sempre hai visto bene sulla persona: social (ma senza esagerazioni), alla mano e umile.

      Elimina
  3. Che bella questa intervista.
    Conoscendoti so quanto tu sia stato felice di farla.
    Quanto alla passione per la cucina, finalmente posso dire di avere qualcosa in comune con un calciatore. Ahahah
    Però Bottura anche no.
    Se arrivi in serie A e vuoi festeggiare, passa da Monopoli e troverai una cena degna di tre stelle Michelin, preparata dalla sottoscritta. Ah, è gratis. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per i complimenti ^_^. Eh sì: è stato bellissimo per me poter parlare con Alberto. Dalle mie parti avrei invece da consigliargli diversi locali :D: non cucine gourmet, ma cucine della tradizione con ottimi piatti e prodotti :D

      Elimina
  4. Anche io penso che un portiere debba essere un buon calcolatore e non possa agire solo d'istinto.
    Bravo questo ragazzo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bravissimo e veramente alla mano. E' stato un piacere sentirlo e fare questa intervista :)

      Elimina

Posta un commento