La scure di Zagor: la parabola di Zorro e Paolo (di Claudio D'Aleo)

Oggi salutiamo il ritorno sul Bazar di Claudio D'Aleo, che "lancia" la scure di Zagor verso due grandi campioni, oggi dirigenti: Paolo Maldini e Zvonimir Boban.
Buona lettura e grazie a Claudio..ovviamente bentornato!


Una fase di studio con tanti rischi


Il Milan di Maldini e Boban è in “surplus”. I due stanno scoprendo giorno dopo giorno quanto sia difficile amministrare una squadra. Da giocatori hanno avuto pochi rivali. Paolo Maldini, nel suo ruolo, nessuno. Boban è stato tra i centrocampisti più dotati e brillanti che la compagine rossonera abbia mai annoverato tra le sua fila. Fuoriclasse in campo, “apprendisti” da dirigenti. Una strada tutta in salita. I risultati lo testimoniano. Elliott è pronto a “randellare”. Il magnate americano non accetterà di nuovo un Milan fuori dall’Europa.Il Fondo sta cacciando via tanti soldi. E questo tra fair play finanziario e difficoltà oggettive legate al percorso che porta alla “ricostruzione” del Club. Nessuno oggi ha denari da buttare dalla finestra. Maldini & Boban lo sanno. Anche loro sono sotto esame. Il Milan è una Azienda e come tale deve fatturare. I risultati prima di tutto. A fine anno i due saranno chiamati a confrontarsi con la Proprietà. Sul tavolo i traguardi raggiunti. Coi bilanci non si scherza. I numeri non guardano in faccia nessuno. Il Milan è il Milan. Maldini & Boban non sono mai stati in discussione da giocatori. Lo sono adesso da dirigenti. Difficile rendersene contro quando in campo si è fatto il “bello e il cattivo tempo” . La scrivania è un’altra roba. La “musica” è cambiata. Non si tratta né di “marcare” né di “creare gioco”. La posta in palio è L’Europa. L’Europa che conta. Il Milan deve tornare protagonista e al contempo far quadrare i numeri. Rivera docet: Fuoriclasse immenso da giocatore, meno da dirigente. 

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Da Giampaolo a Pioli


Le cifre sono impietose. I risultati finora conseguiti, pure. Parlare di sbagli è il minimo che si possa fare. Maldini & Boban non possono non prenderne atto. Giampaolo è stata una loro scelta. L’ex tecnico doriano ha guidato il Milan per 7 partite. 3 vittorie, 4 sconfitte e zero pareggi. 9 i punti conquistati sui 21 disponibili. Troppo poco per una Società che sta cercando tra mille difficoltà di risalire la china. Tra gli allenatori dal dopo-Allegri, Giampaolo figura all’ultimo posto per media punti ottenuta: appena 1,29 a partita. Con Pioli il Milan sta giocando da squadra. Dalla vittoria a Marassi per 2 a 1 sul Genoa in poi (ultima di Giampaolo sulla panchina rossonera) Il Milan ha collezionato 11 punti frutto di 2 pareggi interni (Lecce e Napoli), tre sconfitte (Roma all’Olimpico, Lazio in casa e Juventus a Torino) e tre vittorie (Spal in casa, Parma e Bologna in trasferta).Oggi i “Pioli boys” sono decimi in Classifica con 20 punti. 6 vittorie, 2 pareggi e 7 sconfitte. 16 i gol fatti, 19 quelli subiti. Il Milan è un Team che gioca al calcio e fa rendere i propri calciatori secondo quelle che sono caratteristiche e ruoli. Nessuno con Pioli gioca fuori posto. Tutti sembrano ben felici di lavorare e nessuno mette in dubbio idee e metodi dell’allenatore. Pioli sta “toccando” le corde giuste. Il Milan cresce di partita in partita. Al contrario di Pioli, Giampaolo non è riuscito a far breccia sui milanisti. Tra lui e il gruppo poca coesione. Il “Giampa”  è un bravissimo tecnico. Al momento non sembra un allenatore da grande squadra. Maldini & Boban se ne saranno resi conto. Neppure loro avrebbero mai pensato di “scivolare” così in basso. Il Milan ha rischiato di finire impelagato nella lotta per non retrocedere. Ora bisogna fare “quadrato” e sostenere tutti assieme il Milan. E augurarsi che con Pioli in panchina la squadra raggiunga gli obiettivi desiderati.  


Quando con un cognome si scrive la Storia


Maldini Paolo come Maldini padre e come Gianni Rivera e Franco Baresi. Maldini vuol dire Milan. Da Cesare a Paolo continuando per Daniel; quella famiglia ha il Milan stampato nel cuore. I Maldini sono cresciuti a pane e Milan.Paolo ha giocato coi rossoneri dal 1985 al 2009 e col Milan ha vinto tutto quello che c’era da vincere. 647 le presenze, 29 i gol. Una vita con gli stessi colori. Adesso è il turno del figlio Daniel, trequartista, 18 anni, da poco in “orbita” prima squadra, fresco di rinnovo coi rossoneri fino al 2024. Boban ha indossato il rossonero dal 1992 al 2001. 178 presenze, 21 gol. Anche lui ha vinto col Milan praticamente tutto. Zvone è un “politico” nato. Sa “mediare” come pochissimi altri ed è rispettato e stimato in tutti gli ambienti che “contano”. L’Uefa è casa sua. Competenza, cultura e diplomazia non gli fanno difetto. Gazidis lo ha voluto fortemente con sé. Alla fine c’è riuscito. Maldini direttore tecnico. Boban Ministro degli Esteri. Un po’ “presuntuoso” il primo, molto flemmatico il secondo. Paolo non s’è “lasciato” benissimo coi tifosi milanisti. In tanti gli preferiscono Franco Baresi per via di un carattere molto più “umile” e riservato rispetto a quello di Paolo. Boban ha sempre mostrato una professionalità fuori dal comune. Elliott ha affidato a loro due la rifondazione rossonera. Della serie: “nessun dorma”.

Maldini & Boban alleati di Stefano


Pioli sta agendo sulla “testa” dei giocatori prima ancora che sul gioco. E’ subentrato a Giampaolo in punta di piedi. Ha dovuto misurarsi con la “freddezza” dei tifosi a causa dei suoi “trascorsi” sulla panchina dell’Inter. E’ stimato da stampa, giocatori e dirigenti. Con altrettanta delicatezza sta cercando di rimettere assieme i “cocci” di un a squadra frantumata dalla paura di stare in campo. Ha recuperato Andrea Conti e puntato con decisione su Theo Hernandez. Ha ridisegnato il centrocampo consegnando a Bennacer le chiavi della manovra rossonera. Sta ottenendo il “massimo” da Suso, Chalanoglu e Bonaventura. Paquetà vive di “alti” e “bassi”. Piatek sta tornando poco per volta se stesso. Ibrahimovic sembra in arrivo. Se Maldini & Boban “rifiateranno” il merito non potrà che essere del nuovo allenatore. Scelta azzeccata dopo tante critiche a volte “feroci” e una campagna acquisti tutta “luci” e” ombre”. 

Claudio D’Aleo

Commenti

  1. Una disamina dei fatti molto accurata.
    Complimenti.

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  2. Pioli è un ottimo traghettatore e un buon allenatore, ma probabilmente non è un allenatore dalla gran "presa" per una società che vuole ripartire e puntare ad alti livelli.

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    1. Sai che io a questo punto darei fiducia a Pioli anche per il prossimo anno? Non vedo per il Milan grande possibilità di investire sul mercato.

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