E' vivo, è vivo l'Uomo Ragno Walter Zenga


Nell'estate delle Notti magiche, il sogno azzurro di conquistare il mondiale casalingo del 1990 si infranse contro l'Argentina di Maradona. L'Italia di Vicini fu sconfitta ai rigori al San Paolo, in una partita che tutti ricordano per il gol beffa di Caniggia: un colpo di testa a precedere l'uscita in ritardo di Walter Zenga.

Zenga beffato da Caniggia

"Hanno ucciso l'Uomo Ragno", cantarono due anni dopo gli 883, un giovane duo formato da Max Pezzali e Mauro Repetto che grazie a quel brano conobbe un successo inaspettato. L'Uomo Ragno era una metafora della vita adolescenziale, non solo il personaggio di un celebre fumetto.

Proprio per colpa (o merito) di quella canzone, l'Uomo Ragno divenne il soprannome di Walter Zenga. Dopo l'estate del 1992 l'allora Commissario Tecnico dell'Italia, Arrigo Sacchi, decise di non convocare più Zenga e di affidare la porta della nazionale a Pagliuca della Sampdoria e a Marchegiani della Lazio. Al termine di una partita dell'Inter, Zenga uscì dallo spogliatoio canticchiando "Hanno ucciso l'Uomo Ragno". Da allora divenne per tutti l'Uomo Ragno dei portieri.

Un volo dell'Uomo Ragno Zenga

Soprannome più che giustificato, vista la capacità dell'estremo difensore milanese di raggiungere gli angoli più lontani della porta e di compiere balzi prodigiosi per strozzare l'urlo in gola del gol agli attaccanti. Avanzava di un paio di passi per restringere la porta al tiratore e con le sue braccia potenti riusciva a respingere il tiro più insidioso; oppure si gettava ai piedi degli attaccanti per compiere parate spettacolari di piede. Rispondeva con bravura ai tiri da fuori area e la sua eccellente reattività gli permetteva di compiere parate in serie.

Un'uscita di Zenga

Né l'errore nella semifinale con l'Argentina, né l'esclusione dalla nazionale azzurra hanno ucciso l'Uomo Ragno.

Zenga premiato dall'IFFHS

Dopo il mondiale del 1990, Walter Zenga, per il terzo anno consecutivo, fu nominato miglior portiere del mondo dalla International Federation of Football History & Statistics. Al termine della stagione 1990-1991, alzò la Coppa Uefa vinta con l'Inter. Dopo l'addio alla nazionale, Zenga vinse un'altra Coppa Uefa (1993-94) e si congedò dai neroazzurri, scambiando letteralmente la porta con Pagliuca, trasferendosi alla Sampdoria.  Un grave infortunio nella stagione 1995-96 sembrava mettere fine alla carriera dell'Uomo Ragno, eppure questi tornò in campo a fine campionato, sfoggiando ancora grandi prestazioni. Chiuse la carriera dopo una fugace esperienza in Serie B al Padova e nella Major Soccer League americana, con i New England Revolution.

Zenga con la maglia della Sampdoria

Bandiera dell'Inter, con 473 partite in dodici stagioni, Zenga è un patrimonio del calcio italiano. Carlo F. Chiesa sul Guerin Sportivo scrisse di lui dopo lo scudetto dei record del 1988-89: "L'angelo nerazzurro ha la faccia da discolo e le molle ai piedi, il carattere del condottiero e l'animo dell'eterno fanciullo". 

Zenga festeggia lo scudetto dei record

Sotto la maschera dell'Uomo Ragno, un po' di Peter Pan e della sua voglia di divertirsi "volando" alla caccia di un pallone, un po' di Sandokan, condottiero indomito.

Nel 1992 gli 883 cantarono "Hanno ucciso l'Uomo Ragno". Un anno dopo il gruppo dei Tretriti risposero con "E' vivo l'uomo Ragno".

Avevano ragione i Tretriti, quando cantavano "Non date retta a quelli, la notizia non è vera".

Il mito dell'Uomo Ragno non è caduto davanti a un'uscita in ritardo o a una scelta tecnica. Il mito dell'Uomo Ragno splende, simbolo di una scuola di portieri che non ha eguali nel mondo.

Zenga su un'iconica copertina del Guerin Sportivo


Commenti

  1. Non conoscevo il soprannome di Zenga e né tantomeno sapevo che fosse ispirato alla canzone di quello che resta il mio "gruppo" preferito. Le virgolette perché Max è sempre stato un solista. O no? ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Povero Repetto :D.
      Carino comunque l'aneddoto di Zenga che canticchiava la canzone per mettere in risalto la sua mancata convocazione in nazionale.

      Elimina
  2. L'errore nella semifinale con l'Argentina non posso perdonarglielo.
    In ogni caso era fortissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da bambino ritenni più colpevoli il mio Donadoni e Serena, che sbagliarono i rigori.
      Ecco, a Zenga rimproverai di non averne preso uno, dei tiri dagli undici metri.

      Elimina
  3. Ero piccolissima quando lui giocava a questi livelli, tuttavia me lo ricordo ancora bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era (è) davvero un mito l'uomo ragno 😁
      Ed è stato un calciatore glamour degli anni '80 😃

      Elimina
  4. E' più grave sbagliare un rigore che non riuscire a pararlo innanzitutto, comunque preferisco Hanno ucciso che è vivo, l'Uomo Ragno ovviamente, quello vero però ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto, però da bambino sai com'è :D, non sempre sia ha le percezioni giuste.
      Quindi ritenevo Zenga più colpevole per i rigori non parati che per il gol preso :D

      Elimina

Posta un commento