Passione moviole: intervista a Simone Baruffi, disegnatore dell'Almanacco del Calcio


Simone Baruffi da Bergamo è l'erede di Carmelo Silva. I due disegnatori di moviole (disegni dei gol) si sono idealmente scambiati il testimone sulle pagine dello storico Almanacco del Calcio Panini. Le ultime moviole di Silva furono pubblicate sull'edizione 1992; dopo un anno di pausa, dall'Almanacco 1994, le moviole tornarono grazie a Simone, che qualche mese prima aveva iniziato la collaborazione con la Gazzetta dello Sport. Fu proprio grazie al quotidiano rosa che la Panini si accorse del suo talento: «Agli inizi del Mondiale americano (proprio il giorno della gara inaugurale) mi recai nella mitica sede di Viale Emilio Po 380, incontrando uno dei redattori, Paolo Biondi, ed il Direttore Arrigo Beltrami, che mi propose di prendere il posto del Maestro».

Gol scudetto Juventus 1994-95


Simone ci svela un sorprendente retroscena: gli Almanacchi Panini senza moviole potevano essere due. «Ci lasciammo con questa accordo: "se l'Italia arriva in finale cominciamo da quest'anno, in caso contrario dalla prossima edizione". Bene, sappiamo come finì quel Mondiale (con il rigore di Baggio alto) quindi - dopo essermi fatto tutti i 128 gol dei Mondiali per la Rosea - attaccai subito con le gare degli Azzurri. Un estate a tutto disegno quella del '94!».

Gol Mondiali di Usa '94


Facciamo un passo indietro. Simone ha iniziato «senza alcun studio o consapevolezza tecnica». Tante ore studiando i disegni di Carmelo Silva«pacchi di carta da fotocopie e biro Bic, disegnati piccolissimi convinto che un originale non fosse più grosso di quanto stampato». Poi, alle superiori, una grande sorpresa: «frequentavo Ragioneria e mi imbattei in un ragazzo che di cognome faceva Silva. "Non sarai parente del disegnatore della Gazzetta e dell'almanacco?" "Si, è mio nonno", rispose. "See, figurati". Il giorno dopo mi portò due bellissimi originali (uno era il gol di Pruzzo in rovesciata alla Juventus all'ultimo minuto, quello dove Tacconi si ruppe la mano contro il palo). Erano bellissimi e soprattutto avevo modo di vedere per la prima volta degli originali .  Ed inoltre avevo scoperto che il mio disegnatore di riferimento abitava solo a 5 km dal mio paese!».

Taglialatela para un rigore a Signori


Simone definisce il rapporto a distanza, con il maestro Silva, come una specie di "radioscuola elettra": «gli facevo avere i miei disegni e lui me li rendeva corretti nelle proporzioni e nelle posture».  Arrivò il giorno del primo incontro: «era una persona molto burbera ma fondamentalmente buona. Quando gli mostrai il mio raccoglitore con incollato tutti i suoi disegni sforbiciati dalla Gazzetta mi guardò come per dirmi "ma non hai niente di meglio da fare?" Poi prese una matita e in pochi minuti mi fece in diretta una delle sue celebre disegnate, con dedica. Pur avendo 78 anni (siamo nel 1987) il suo tratto era deciso e senza alcun indugio. Sembrava ricalcare sul foglio bianco una traccia che vedeva solo lui. Un prodigio. Me ne tornai a casa con la consapevolezza di avere ancora molto da fare prima di arrivare ad una qualità accettabile. Ma in pochi minuti, vedendolo disegnare, avevo imparato più di tutto quanto appreso negli anni precedenti».

Gol di Casiraghi al Milan (stagione 1996-97)


Simone, ma quando hai deciso di fare il "moviolista"?
«La folgorazione fu un Almanacco del 1978. Come tutti i ragazzini collezionavo le figurine e con 10 buoni (molto rari)si poteva avere il volume direttamente dalla Panini. Racimolai i miei buoni e li spedii alla Panini, ricevendo poi l'Almanacco. Ricordo ancora la copertina (Bettega che salta un avversario) e mi imbattei in questi strani omini che letteralmente si muovevano sul foglio. Decisi che un giorno ci sarebbero stati i miei disegni su quelle pagine, avevo 9 anni».

Il tuo esordio come "moviolista" è stato antecedente alla Gazzetta dello Sport.

«Nel 1988 mi proposi ai giornali locali di Bergamo, il più celebrato "Eco di Bergamo" aveva già un suo disegnatore, Ilio Manfredotti anche lui molto "silveggiante", così finii col bussare alla porta dei cugini del "Giornale di Bergamo Oggi" . Il capo redattore Sportivo Ariel Feltri (fratello maggiore del più famoso Vittorio, allora sconosciuto) vide qualcosa di buono nei miei disegni e mi prese in Redazione. Incominciai con un'amichevole dell'Atalanta in Germania. Era un disegno terribile, francamente io non mi sarei pubblicato, il giorno dopo acquistai le copia in edicola: era il mio primo disegno pubblicato. Ero davvero emozionatissimo»

Una "chicca" dall'archivio di Simone Baruffi


Possiamo dire che le tue moviole siano un'evoluzione dello stile di Carmelo Silva, con qualche influenza dello stile anche di Paolo Sabellucci del Guerin Sportivo?

«Paolo Sabellucci, Paolo Samarelli: li conosco bene e colleziono le loro disegnate. Mi piacevano moltissimo, e poi il Guerin Sportivo di quegli anni...il film del Campionato...Catalogo e cerco di imparare anche dal loro stile, dalle loro soluzioni...si, io "rubo" ovunque. Ecco in realtà però ho sempre cercato di unire all'immediatezza e profondità prospettica di Silva il dettaglio di Giuliano Giovetti ( disegnatore sia di Gazzetta che per "Il Giornalino"). In realtà, come sempre, non si inventa niente di nuovo. Ci sono disegni di Silva degli anni 70 ( quando non era costretto ad una produzione "industriale" per il "Calcio e Ciclismo Illustrato": 12 disegni a gara in un giorno) che assolutamente hanno quello che vorrei comunicare io: giocatori riconoscibilissimi e dettagliati ma anche senso di movimento e profondità del disegno. Come sempre il Maestro era arrivato prima di tutti noi suoi epigoni».

Gol di Di Canio al Milan (1993-94)


Come lavoravi una volta, sui disegni e come lavori oggi? Cosa è cambiato?

«Il videoregistratore fu una conquista. Ricordo questo indispensabile strumento di lavoro, al primo che arrivò in casa letteralmente gli ho fumato le testine a forza di fermo immagine e moviola. Con il video è tutto più facile: fermi al momento del tiro, decidi l'inquadratura e ti fissi sul foglio i due protagonisti principali: chi tira ed il portiere, poi aggiungi: chi fa il passaggio, il difensore marcatore, gli altri giocatori ma sempre cercando di essere leggibile, non ammassando troppo: è una rappresentazione scenica, ci sono i protagonisti e le comparse e queste ultime non devono rubare il  posto sul palco. Devi documentare ma anche farti capire, non c'è niente di peggio di un disegno ammassato nel nostro lavoro. Il mio capo redattore in Gazzetta mi diceva sempre "bello pulito Baruffi, bello pulito": mi sembra di sentirlo ancora ogni volta che comincio un nuovo lavoro. Oggi è cambiato solo il supporto: in internet trovi di tutto. Dalle partite per intero su RaiPlay ai vecchi filmati su You Tube. Una volta mi registravo tutti i gol di Serie A e B e le coppe europee e mi tenevo le videocassette. Avevo un archivio sconfinato di video cassette. In Gazzetta lo sapevano, mi capitò in occasione di un'intervista a Marcelo Salas (attaccante della Lazio e Juventus) che mi chiedessero - imbarazzati - di disegnare gol che aveva fatto anni addietro, uno in Coppa Italia. "Nessun problema", il giorno dopo uscì l'intervista con i tre gol preferiti di Marcelo. Da quella volta in Redazione sapevano che potevano contare sul mio archivio. Mi è capitato di seguire partite dal vivo (serie D, serie C, campionati di Categoria) li devi fissarti subito sul foglio con degli scarabocchi i protagonisti principali e disegnare a casa. Alcuni anni dopo trovai un vecchio articolo di Silva su come facesse a riportare su carta gli episodi delle sue celebri "disegnate". Era su di un Almanacco degli anni 40, lo stesso metodo che utilizzavo io pur non sapendo che anche lui, il Maestro, faceva nello stesso modo. Fu davvero una sorpresa per me, ma anche una conferma: ancora una volta Carmelo ci aveva anticipato».

Gol del Brasile al Mondiale 1994


Simone, raccontaci come è iniziata la collaborazione con la Gazzetta dello Sport

«Beh mi viene in mente a tal proposito la canzone dei Beatles "The long and winding road" , la strada lunga e tortuosa. Ho cominciato come detto nel 1988 con l'obbiettivo di arrivare sulla Rosea e all'Almanacco, ma consapevole della qualità dei miei disegni che non erano sicuramente all'altezza. Quindi ho cercato di farmi le ossa collaborando con più testate contemporaneamente, disegnare il più possibile, cercare di imparare dai miei errori ed andare avanti, migliorandomi ad ogni occasione. C'è stato un periodo in cui collaboravo con sette testate locali dovendo produrre 10/12 disegni la domenica sera, o meglio notte, per il lunedi al massimo martedi. Una palestra del genere ti insegna ad essere veloce, ma anche rigoroso nell'impostazione dell'inquadratura e nell'esecuzione. Non mi potevo permettere di perdere troppo  tempo per decidere un'inquadratura, doveva essere buona la prima. Dalla fine del 1993 cominciai ad inviare i primi plichi di disegni in via Solferino. Nella mia ingenuità direttamente a Candido Cannavò, in realtà esisteva un appartato di segreteria di Redazione, dove il capo era Contarini. Che mi prese anche a buon cuore, indicandomi dove dovevo correggermi e comunque a cercare sempre di migliorare, diventò il mio interlocutore principale. Poi Contarini andò in pensione dopo un paio di mesi e temevo di dover ricominciare tutto da capo. In occasione di una gara di Coppa Uefa c'era una gara fra due squadre italiane, potrà sembrare strano oggi, ma succedeva spesso in quegli anni: Cagliari - Juventus. Vinse il Cagliari 1-0, seguivo la gara per un giornale locale di Cremona,  ma li avvisai che in caso di gol avrei mandato lo stesso disegno anche alla Gazzetta, fortunatamente non mi fecero problemi. Al gol di Valdez saltai sulla sedia, con mio padre che non la prese benissimo era tifoso juventino, e mi misi al lavoro. Spedii il gol sia a Cremona che a Milano via Solferino con il fax (all'epoca si lavorava così). La mattina dopo acquistai la Gazzetta e trovai sorprendentemente il mio disegno pubblicato. Ricordo ancora oggi la didascalia. Ero sulla Gazzetta, come il mio mito personale, il Silva. Davvero una grandissima emozione, dopo tanto impegno ce l'avevo fatta. Era il 3 marzo 1994».

Il primo disegno di Simone Baruffi sulla Gazzetta


Con il gol di Valdez è iniziata una grande avventura.

«Mi recai in Redazione la domenica successiva, conobbi alcuni giornalisti che per me erano solo dei nomi in calce ad un articolo, firmai emozionato il mio primo contratto con loro (con un compenso che definirono "base/standard" che era il triplo di quello che prendevo dal giornale locale che mi pagava meglio), restai in Redazione a vedere le partite in bassa frequenza ( all'epoca non c'era Sky o Dazn, la bassa frequenza erano le immagini in diretta della Rai, noi tifosi si doveva aspettare 90° minuto alle 18.10 per vedere le prime immagini) insomma mi sentivo un disegnatore "vero". Il mio rapporto con la Gazzetta è durato quasi 9 anni, oltre che alla testata principale ho collaborato anche con le redazioni Regionali di Campania, Sicilia e Puglia, una gran sgobbata ma anche anni pieni di soddisfazioni e di amicizia con molti giornalisti. Uno su tutti però lo vorrei ricordare: il capo redattore centrale Giorgio Giavazzi, il mio sergente Hartman: una volta mi fece rifare un gol di Gaiscogne tre volte perchè non gli andava bene, poi alla fine ha pubblicato la terza versione. Lo odiai in quella occasione ma poi mi resi conto che aveva ragione. Purtroppo è scomparso troppo presto e troppo giovane. Ciao Giorgio, io cerco sempre di fare i disegni  come me li chiedevi: "belli puliti"».

Gol della Salernitana 1997-98


Gol scudetto del Milan 1998-99


Nel 1998 hai iniziato a collaborare con il Guerin Sportivo, un'esperienza che però è durata poco più di una stagione calcistica, a seguito del cambio di direzione, da Castagnoli a Zazzaroni...Cosa ricordi di quell'annata? I tre gol più belli di ogni giornata li sceglievi tu?

«Anche la tappa del Guerin Sportivo fu una grandissima soddisfazione, prima di tutto sono stato un lettore di quel settimanale anche d'estate si comprava il "Guerino", quindi poter fare parte delle sue pagine è stato per me un privilegio. La stagione fu una  sola, una e mezzo per la verità. Il mio interlocutore era Andrea Aloi, grande intenditore di calcio e penna finissima. Ricordo con piacere alcune visite in redazione a San Lazzaro, affascinato dalla sua cultura calcistica e non solo. I gol li sceglievo io, ma ci confrontavamo appena dopo 90° minuto. Andava quasi sempre tutto bene, solo che il giornale veniva chiuso il lunedi mattina, per essere in edicola il martedi, quindi i disegni dovevano arrivare entro le 9 del mattino. All'epoca cominciavano i primi posticipi, quindi se c'era un gol veramente bello, Aloi mi chiavava per sostituire uno di quelli che avevo proposto in prima istanza. Considera che lavoravo ancora per i giornali locali e per la Gazzetta ( e redazioni Regionali) quindi si andava avanti sino a notte inoltrata. Lavoro sempre con la radio in sottofondo, ai tempi Radio Rai, e se senti il bollettino del mare vuol dire che sono le 4 di mattina. Ed il giorno dopo comunque andavo al lavoro (banca). Una volta capitarono in un Juve Parma (sconfitta in casa con conseguenti dimissioni dell'allenatore Lippi) in posticipo, un gol bellissimo della Juve, mi pare di ricordare Tacchinardi, ed un gol strepitoso di Crespo di tacco...sui tre disegni già fatti per il Guerino, due erano inservibili. Come si dice: " hai voluto la bicicletta? Pedala". Zazzaroni subentrò come nuovo direttore, impostando una nuova grafica ed eliminando tutto ciò che gli sembrava vecchio e superato. La prima cosa fu la moviola dei miei disegni. Mala tempora».

Il gol di Tacchinardi


Nel 2006 hai avuto l'onore di celebrare la vittoria del mondiale dell'Italia, sia sull'Almanacco Panini, ma anche, a sorpresa, sul Guerin Sportivo.  

«Si è trattato di un rischio che mi sono assunto. Due giorni prima della Finalissima di Berlino, all'indomani della semifinale mi propongo per tutti i gol Mondiali. Il Guerin mi disse: "va bene, ma li pubblichiamo( e paghiamo) solo se l'Italia vince"; in caso contrario né pubblicazione, né compenso. Penso di essere stato uno dei pochi italiani a non aver visto la finale in televisione. Stavo finendo i gol della semifinale quando mi giunge dal piano di sotto il lamento di mia moglie: gol di Zidane su rigore...fa niente, proseguo e poi ci pensa Materazzi. Meno male! Come disse Caressa " il cielo è blu sopra Berlino"...una volta o l'altra me la guarderò quella partita. Comunque il bollettino del mare alla radio me lo sono sentito anche in quella occasione».

Il gol di Pirlo in Italia Ghana

Il gol di Grosso alla Germania in semifinale 


E in tema di mondiali, non possiamo non ricordare i disegni che hai realizzato per Calcio 2000 tra il 1997 e il 1998: tre delle reti più rappresentative per ogni mondiale, fino all'edizione 1994.

«Calcio 2000 è stata una bella esperienza umana e professionale. Li ho conosciuto e apprezzato Carlo Chiesa e soprattutto il mitico Marino Bartoletti, in occasione di una visita in redazione. Quando entrò in ufficio, mentre eravamo con Carlo, trovò mia moglie seduta  sulla sua poltrona e io che lo salutai tipo Rolando (di Aldo Giovanni e Giacomo) "nun ci posso credere....Marinooooo". Insomma restò un po' scioccato. I gol li sceglieva Chiesa e in quell'occasione sperimentai una tecnica che speravo mi facesse risparmiare tempo di esecuzione: non coloravo al computer all'epoca, ma disegnavo direttamente su un cartoncino di colore verde (per il campo) colorando con la tempera gli omini. Peccato che, dovendo essere coprente, la tempera era stesa molto spessa e quindi dovevo ripassare ancora tutti i calciatori ( ma anche le linee di campo, le porte e gli sfondi) una seconda volta. In pratica per fare un disegno ci mettevo il doppio del tempo. Con il mio passaggio al Guerino, vennero meno i presupposto per proseguire la collaborazione. Con dispiacere da ambo le parti. So che poi la testata ha cambiato editore ma non ho avuto più modo di seguirla».

Baggio a segno con la Nigeria (Usa '94)

Il primo gol di Baggio alla Bulgaria (Usa '94)


C'è qualche progetto con le moviole che non è andato in porto?

«Beh si qualche pallino personale, e non sono pochi. Il Diario Scolastico con le moviole (Silva ne fece uno per le edizioni AMZ nel 1985: con i suoi disegni ad acquarello, bellissimi): ci andai vicino a realizzarlo per le Edizioni Pigna di Alzano, ma poi la persona con cui trattai il progetto (con bozzetti, prove, copertina e layout delle pagine) scomparve letteralmente dall'azienda e con lui tutti i miei elaborati. Mistero.  Mi sarebbe piaciuto fare un Manuale del Gol come quello di Mondadori degli anni 70 con i testi di Vezio Melegari ed i disegni del Silva (ovviamente); anche qui ci è mancato poco, ero in contatto con lo Studio il Soldatino di Melegari, appunto, ma poi non se ne fece nulla per la solita crisi dell'editoria. Mi ricordo una visita a Milano in un mese di luglio canicolare, arrivai all'appuntamento con in mano due ghiaccioli uno per mano! Una proposta che mi fecero invece, per una casa editrice Empolese, era quello di disegnare tutti i gol della Nazionale...ma proprio tutti, erano all'epoca 1000 (siamo nel 1998), mi proposero in pagamento ipotetiche Rolialties sul venduto. Banalmente chiesi un compenso a disegno. Mi fu fatale. Mai più sentiti. Però ricordo una bellissima gita in Toscana con mia moglie per quell'occasione...non tutto il male vien per nuocere. Il calendario con i gol, ovviamente Silva docet, proposto ad alcune banche locali ma "il budget, il periodo, la congiuntura"...niente da fare. Avevo fatto per la Gazzetta alcuni gol storici, circa una ventina, della Nazionale per una enciclopedia a fascicoli sugli Azzurri. Il progetto non vide la luce ma i disegni mi sono stati regolarmente pagati e pure il doppio del compenso solito. Misteri editoriali. Altre iniziative invece sono andate bene: un librone sulla storia del Bologna e poi sulla storia della Nazionale, con la complicità dell' amico e grande intenditore Carlo F.Chiesa e le figurine Panini per le regole del calcio. Realizzate in fretta e furia in una settimana, davvero un tour de force ma una grande soddisfazione (banale, ma risaputo che il Silva sia arrivato prima: Calciatori Panini 1974)».

Gli ultimi gol di Baruffi sul Guerin

Ringrazio di cuore Simone per questa bellissima chiacchierata e per i tantissimi aneddoti che ha lasciato per il Bazar del Calcio. Alla prossima e...viva le moviole!

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