Napoli, un meritato scudetto nel segno della programmazione

Foto Rai Sport

A Napoli è esplosa la festa. Dopo 23 anni la squadra partenopea ha conquistato lo scudetto ed è la quarta squadra diversa, negli ultimi quattro anni, a salire sul tetto d'Italia.

Quello del Napoli è uno scudetto strameritato, frutto di una sapiente programmazione e raggiunto grazie a un gruppo solidissimo: la ricetta che già lo scorso anno aveva permesso al Milan di tornare al vertice. Ieri Rafa Leao, oggi l'uomo copertina è Victor Oshimen, il più forte centravanti della Serie A. E poi Khvicha Kvaratskhelia, il folletto georgiano arrivato a saldo e autore di un girone d'andata fenomenale, poi il calo fisiologico, ma l'attaccante esterno è entrato con merito nel circolo dei (purtroppo pochi) giocatori top della Serie A. Ma a imprimere con decisione la propria firma sullo scudetto del Napoli è stato anche il playmaker Stanislav Lobotka, il cervello della manovra.  

La rosa del Napoli, sapientemente allestita dal ds Cristiano Giuntoli, è la più completa numericamente in Serie A, ma merito anche di Luciano Spalletti, che ha saputo ottenere il massimo sulla sinistra da Mario Rui, mai così costante; e ha scoperto in Juan Jesus un difensore di riserva di grande affidabilità, dopo i (pochi) alti e i (tantissimi) bassi della sua carriera spesa tra Roma e Inter. Spalletti era considerato da sempre una garanzia per il conseguimento di una delle piazze Champions, ma un eterno secondo, pur avendo vinto uno scudetto in Russia con lo Zenit. Questo scudetto è anche una sua definitiva rivincita. 

Torniamo a Giuntoli. In estate c'era preoccupazione per le partenze di Koulibaly e Fabian Ruiz, aggiunti agli addii a parametro zero di due bandiere, Insigne e Mertens. Giuntoli ha firmato il colpo Kvaratskhelia per sostituire Insigne, ha aggiunto in attacco un giovane di talento, Raspadori, e Simeone, in difesa ha pescato in Turchia il roccioso difensore sudcoreano Kim Min-Jae. A centrocampo è stato sufficiente riscattare Anguissa per una somma relativamente modesta, 16 milioni, e aggiungere il prestito di Ndombele. Giuntoli non ha sbagliato una mossa, ma il successo del Napoli ha radici profonde nel tempo. La società infatti ha lavorato egregiamente con il player trading, potendo così investire nel mercato in entrata somme significative.

In casa Napoli è già partita la programmazione per il futuro. Ci sono i big da blindare, il rinnovo del portiere Meret, due probabili cessioni: Lozano e Zielinski, in scadenza nel 2024 e con richieste di ingaggio superiori al tetto fissato dalla società (3,5 milioni di euro). Sempre da Udine Giuntoli potrebbe pescare il sostituto del primo, Lazar Samardžić, mentre per potenziare la fascia destra d'attacco le idee sono due: Adama Traoré a zero dal Wolverhampton o Zaniolo, "parcheggiato" al Galatasaray. Con Zanoli di ritorno dalla Sampdoria per svolgere il ruolo di Di Lorenzo e un altro centrocampista in luogo del partente Ndombele, il Napoli 2023-24 è già praticamente fatto. 




Commenti

  1. La fortuna aiuta: poteva esplodere De Keteleare, invece è esploso Kvara. Ci sta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Kvara però era piu' adatto al gioco di Spalletti rispetto a quanto lo fosse CDK per il gioco catapulta di Pioli.

      Elimina
  2. Meritato indubbiamente, anche se non c'è stato nessuno (ognuno con i suoi problemi, difetti e mancanze) con cui lottare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il Milan perché non ha preso un attaccante quest'estate, la Juventus per motivi che sicuramente conosci meglio tu, l'Inter con Lukaku a mezzo regime per la prima parte di stagione. E poi il mondiale ha penalizzato le tre big.

      Elimina
  3. Ci spero da anni, sai che tifo Napoli da quando sono bambina per via di mia mamma. Sono proprio contenta :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. aaa vedi, in realtà - perdonami - non mi ricordavo questo dettaglio! Beh, bene allora :), felice che tu sia stata felice :P

      Elimina

Posta un commento