Videogiochi cult: Pc Calcio 7.0 ha anticipato il calcio della sostenibilità


Approfitto sempre del maggior tempo libero, durante le ferie estive o le vacanze natalizie, per rispolverare il vecchio Pc Calcio. Un videogioco intuitivo, divertente e longevo. 

Ma Pc Calcio, nella sua versione più significativa, la 7.0 uscita nella primavera del 1999, ha un ulteriore pregio: anticipa il calcio moderno della sostenibilità.

Quando si parte da una serie inferiore, o comunque da una squadra non di prima fascia, bisogna controllare bene il bilancio. Rimanere in rosso infatti porta al licenziamento, a prescindere dai risultati sportivi: nel videogioco si impersonano sia la figura dell'allenatore che dell'amministratore delegato, i conti sono dunque importanti quanto i trofei conquistati.

Il primo fondamentale passo per il videogiocatore è fare player trading per non rischiare il rosso di bilancio. Anche con una squadra e collaboratori all'apparenza poco costosi è fondamentale: a erodere infatti la liquidità in cassa sono le famigerate spese "varie". Tasse, soprattutto.

Nella C italiana è fondamentale vendere bene 2-3 giocatori che possano portare liquidità e acquistare giocatori giovani, di media tra i 49 e i 52, con ingaggi e cartellino al minimo. Acquistare subito giocatori a parametro zero, pescando tra i "tre stelle" di C italiana di età tra i 25 e i 26 è fondamentale per rinforzare la squadra e per avere, l'anno successivo, atleti da sacrificare per il player trading.

L'acquisto di giocatori in scadenza a parametro zero ha registrato un vero e proprio boom nei decenni successivi a Pc Calcio, con tanto di cospicue commissioni agli agenti. E infatti, quando tesseriamo diversi giocatori a zero, nel videogioco abbiamo comunque delle spese a bilancio. 

Non è facile coniugare sostenibilità economica e risultati, anche se il videogioco, come noto, non è particolarmente complesso: fondamentale è soprattutto allenare al meglio gli 11-12 giocatori base e mantenere il morale alto attraverso la figura dello psicologo. Altre figure chiave sono il direttore sportivo e l'osservatore delle giovanili: riuscire a lanciare in prima squadra qualche giocatore del vivaio comporta una crescita di competitività della squadra e anche un'assicurazione per le nostre casse.

Ma a spingerci verso il successo, anche con squadra di scarsa tradizione calcistica, è l'approdo in Champions League, proprio come nel calcio moderno.

Tolto il calciomercato e il player trading, gli unici incassi che fanno crescere le potenzialità economiche della squadra (e che permettono quindi l'acquisto a parametro zero di giocatori di alto profilo) sono quelli della massima competizione europea. 

Esattamente come nel calcio moderno.

Quando avremo raggiunto la stabilità economica, potremo dedicarci a un ampliamento dello stadio, al merchandising e a tutto il resto. Ma i ricavi, tolti player trading e Champions, saranno sempre modesti, anche quando si raggiungeranno posizioni al top.  

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