Io, Ibra. La (noiosa) autobiografia di Zlatan Ibrahimovic


Tanto emozionante guardarlo in campo, quanto noioso in questa autobiografia. "Io, Ibra" racconta la vita di Zlatan Ibrahimovic, il campione svedese che in Italia ha vestito le maglie di Juventus, Inter e Milan. Scritto dal giornalista David Lagercrantz, abile ghostwriter nell'occasione, il libro si ferma nella narrazione alla stagione 2010-2011, il campionato che Ibra vinse con la maglia del Milan. Di acqua sotto i ponti ne è passata, da allora: il giocatore si è trasferito al Psg, al Manchester United, ai Los Angeles Galaxy e infine è tornato in rossonero, a Milano.

Autobiografia da calciatore quindi incompleta, "Io, Ibra" è forse il libro più brutto che abbia mai letto; di sicuro il libro a tema calcio più brutto. E' certamente interessante conoscere i retroscena sull'Ibra bambino e adolescente; la storia del "ghetto" di Rosengard, luogo di Malmo nel quale è cresciuto con la famiglia. Ma terminata quella parte, tra biciclette rubate e gli scazzi con i primi allenatori (sui problemi familiari secondo me non ci si sofferma più di tanto), "Io, Ibra" diventa semplicemente una narrazione della carriera calcistica del campione svedese. Tanto valeva farsi un giro virtuale su Youtube per cercare qualche video sulle prodezze di Ibra. Perché le quasi 400 pagine di questo "tomo" alla fine non trasmettono le emozioni che un buon libro invece dovrebbe trasmettere.

Certamente Ibrahimovic è un grande personaggio e, pur tirando inevitabilmente l'acqua al suo mulino, fornisce di sé una descrizione piuttosto sincera; così come sono degni di nota i profili degli allenatori Fabio Capello e José Mourinho.  Ma quasi 400 pagine diventano un supplizio, anche perché leggere di personaggi come Raiola, Moggi, Moratti e Galliani non invoglia certo ad assaporarsi il libro.

L'unico aneddoto che ho trovato appassionante di "Io, Ibra" è la passione sfrenata dello svedese per i videogiochi nel suo periodo interista. Durante le lunghe sessioni di gioco online, nelle quali nascondeva comunque la sua identità, Ibra conobbe un ragazzo svedese che ebbe poi modo di incontrarlo dal vivo..con grande sorpresa di quest'ultimo nel trovarsi di fronte il campione.

Molto più interessante, come biografia del personaggio, la graphic novel di Paolo Castaldi: "Zlatan. Un viaggio dove comincia il mito", che riporta diversi aneddoti della storia di Ibrahimovic, ma soprattutto riesce a raccontare il campione con un decimo delle pagine e in modo molto più raffinato e artistico, con un sapiente uso delle parole, oltre, naturalmente, grazie agli splendidi disegni dell'autore.

In tema calcio invece  sono una lettura migliore i libri di Carlo Petrini. Era un altro calcio, molto più sporco, più vissuto. O forse era raccontato più sinceramente, senza mettere la polvere sotto i tappeti. Vero Ibra?

Commenti

  1. E il film? Immagino sarà noioso anche quello..

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    1. Il film si ferma al momento in cui firma con la Juventus. Quindi secondo me si focalizza sull'infanzia e giovinezza, la parte migliore della biografia!

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  2. Nulla da togliere alla sua straordinaria bravura in campo, ma non ho mai provato simpatia per questo personaggio e non credo mi verrebbe voglia di leggere un libro che parla di lui :D

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    1. Ho il sospetto che le biografie dei calciatori siano terribili :D. O forse sono io sfortunato ahahahah (in realtà quella del portiere Jascin l'ho trovata meravigliosa, ma è piu' cronachesca)

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  3. E' un po' schiavo del suo personaggio.
    Comunque a 40 anni è ancora un campione.
    Per principio biografie e biopic li evito quasi a prescindere.

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    1. Concordo...oramai è quasi una macchietta per certi versi..

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  4. Io ho visto il film e l'ho trovato noioso. Molto meglio la graphic novel di Castaldi, concordo con te!

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    1. Ecco. Mi sa che schiverò il "siluro" del film. E anche il libro bis adrenalina ahah

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