Gaetano Scirea è nato a Cernusco sul Naviglio il 25 maggio del 1953. Era alto 1,78 cm. e pesava 75 kg. Ha militato nella Juventus dal 1974 al 1988. In bianconero ha realizzato 24 reti in 377 partite. Sempre con la Juventus ha vinto 7 Scudetti, 2 Coppe Italia, 1 Coppa Uefa, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa europea, 1 Coppa dei Campioni e 1 Coppa Intercontinentale. Prima di approdare in bianconero aveva giocato nell’Atalanta, precisamente dal 1972 al 1974. E’ stato Campione del Mondo con la Nazionale italiana in Spagna nel 1982. Scirea s’era ritirato dal calcio “agonistico” nel 1988. Un anno dopo, il 3 settembre del 1989, ha perso la vita in Polonia, a Babsk, in un tragico incidente stradale.
Il grande “libero” juventino non appartiene “solo” alla categoria dei grandi calciatori divenuti leggenda. Gaetano Scirea è stato e rimane nei ricordi di tutti coloro che amano la Juventus e il calcio un fuoriclasse storico, “senza tempo”, irripetibile . Uno di quei calciatori che bisognerebbe lodare innanzitutto per il modo di “essere stato” Campione e essersi sempre comportato degnamente, poi per la sua grande e proverbiale bravura. Scirea ha vissuto da “esempio” e segnato un “confine” ben preciso tra due diversi modi di interpretare il suo ruolo, quello del “libero” a tutto campo. “Libero” di impostare, non solo di difendere. “Libero” di fare tutto. Per gli “analisti” del tempo fu lo “spartiacque” tra il difensore alla “Pierluigi Cera”, storico “metodista” del grande Cagliari di Gigi Riva e della Nazionale italiana finalista a Messico ’70, e il “libero” tecnico e elegante alla “Rudy Krol”, celeberrimo “profeta” della nazionale olandese di Rinus Michels e del Napoli 1981-1982 di Rino Marchesi.
E’ stato il precursore dei grandi “liberi” a tutto campo. Dopo di lui e probabilmente come lui solo altri due “grandi” del nostro calcio: Giacinto Facchetti e Franco Baresi. Scirea per molti è stato il miglior “libero” italiano di tutti i tempi. Era non solo il “regista” di quella grande Juventus ma di quella squadra fu l’anima, il carattere e l’orgoglio. Quattordici anni in maglia bianconera. Nessuna giornata di squalifica, zero espulsioni in circa 1.000 ore giocate. Una carriera vissuta a quei livelli senza eccessi di nervosismo, senza polemiche, senza aggressività, senza entrate cattive o scorrette, senza proteste nevrotiche, senza provocazioni o atteggiamenti indisponenti. Era il “galateo” applicato al gioco del calcio. Mai lo abbiamo visto reagire per un fallo subito. Sembra strano che un Fuoriclasse simile possa essere ricordato anche per l’indiscutibile gentilezza dei modi intrattenuti sia in campo che fuori dal campo. Ma parlare di Gaetano Scirea significa raccontare tutto questo. Aveva piedi talmente “educati” e “vellutati” che più che un “libero” granitico e roccioso sembrava un “metodista” votato alla costruzione della manovra d’attacco. Il suo “giocare” quasi da “elastico” e da “collante” tra difesa e attacco ne ha fatto un Campione indimenticabile. Uno come Gaetano Scirea ci manca tanto anche adesso. “Leader” silenzioso in campo e fuori faceva reparto da solo.
Nessuno ha mai capito come mai un signore apparentemente timido e di poche parole come era lui potesse poi trasformarsi in un guerriero mitologico non appena indossata la maglietta bianconera. Misteri del calcio. Gaetano Scirea è stato proprio così. Fuoriclasse timido e taciturno, guerriero indomito e spettacolare. Vederlo uscire a testa alta e fiero dalla sua area di rigore per immettersi nella metà campo avversaria a “dialogare” coi compagni avanzati o a impostare egli stesso l’azione, era uno spettacolo unico per esteti e amanti del calcio. Nei recuperi era velocissimo. Aveva un senso della posizione talmente elevato che si trovava ovunque ci fosse bisogno di lui. Sempre al posto giusto nel momento giusto. Aiutava e “soccorreva” tutti. Scirea ha incarnato per anni un modo europeo e raffinato di intendere il calcio. Per metà Comandante della difesa e per metà gentiluomo d’altri tempi ha brillato di luce propria contribuendo a rendere sempre migliore il gioco del pallone. La “sua” Juventus, quella del 1984-1985, è stata considerata e lo è tuttora la Juventus più forte di tutti i tempi. Era la Juve di Favero e Cabrini, di Brio, di Tardelli e Platini, di Boniek e Paolo Rossi. Soprattutto era la Juve di Gaetano Scirea.
Claudio D’Aleo
Perfetto.
RispondiEliminaVero, un campione..perfetto :)
EliminaDirò un'eresia, profana del calcio quale sono, ma mentre leggevo pensavo a Maldini.
RispondiEliminaMi è sembrato di scorgere diverse analogie tra i due.
In ogni caso, bello il ricordo di Claudio a questo campione. Nei capi e nella vita. Scomparso troppo presto.
Sì, Scirea, con Maldini, Baresi e Facchetti, sono i quattro campionissimi italiani del ruolo di difensore.
EliminaPoi un gradino sotto ci metto Gentile, Picchi, Nesta e Cannavaro :)
Ovviamente era *campi. Nei campi e nella vita... ;)
EliminaSi, si era capito :P
EliminaUn esempio di difensore, veramente un gentiluomo.. ricordo ancora quando si seppe la notizia della tragedia, la diedero in diretta alla DS.. mi vengono ancora i brividi e mi commuovo ancora
RispondiEliminaIo già seguivo il calcio, ma non ho un ricordo particolarmente nitido di quel momento.
EliminaFu una grandissima perdita..
Mi piacciono tanto le persone che si sanno comportare, a prescindere dalla professione svolta. Ma in questi casi ancora di più, perché possono servire da esempio.
RispondiEliminaVero, i calciatori di grande statura morale sono uno splendido esempio
EliminaGrande calciatore, ma soprattutto grande uomo.
RispondiEliminaSereno pomeriggio.
Esattamente Cav! Spero ti sia piaciuto l'omaggio del mio amico Claudio a una bandiera del calcio ma soprattutto bandiera juventina.
EliminaNon me lo ricordavo. Incredibile come abbia il record positivo di richiami arbitrali.
RispondiEliminaDev'essere davvero un grande uomo, olte che essere stato grande giocatore :)
Moz-
Pensa a Balotelli invece e al suo record di cartellini :D. E lui è un attaccante...
EliminaDopo Platini il mio mito sportivo di quel periodo.
RispondiEliminaConservo ancora un quadro a specchio di quella formazione in camera.
Bellissimo quel quadro! Ma foto o disegno di quella formazione?
EliminaScusa per il ritardo nella risposta.
EliminaFoto su specchio.
Era una ciofeca da bancarella, ma stranamente perdura ancora oggi nonostante gli anni.
Ho anche il gagliardetto comprato la stessa sera ( 1984 o giù di lì ).
Caspita, non ho mai visto una cosa del genere. O forse non ne ricordo :).
EliminaUn cimelio calcistico, sempre bello :)
Come sai, sono rimasto senza connessione, quindi sto passando velocemente un po' da tutti.
RispondiEliminaQui passo solo per un saluti a presto, non ho letto anche perché sai cosa penso della Giuve 😁
A proposito, ti ho mandato un interessante we transfer :D
EliminaUn grandissimo, un Signore dentro e fuori, un peccato sia mancato così giovane..
RispondiEliminaUn mito,Gae
EliminaDi cosa stiamo parlando... Gaetano Scirea era il Calcio. Io lo ricordo in campo e fuori. Dicevo spesso che "menava" con classe. Sì, i tre più grandi, a pari merito, Facchetti, Scirea e Baresi.
RispondiEliminaPoi tutti gli altri.
Ora chiedo a Claudio di preparare un post da brividi, come questo, anche su Facchetti.
Thanks!
http://bazarcalcio.blogspot.com/2018/10/ritratti-giacinto-facchetti-monumento.html?m=1
EliminaEhhehe come vedi ci ha già pensato 😁
Me lo sono perso? Arghhhh
RispondiEliminaSi infatti lì per lì te lo volevo segnalare, ma non mi piace molto andare nei blog altrui mettendo link :P (salvo dal Moz ahah)
EliminaIo ricordo la puntata della Domenica Sportiva in cui Sandro Ciotti diede in diretta la notizia della morte di Scirea, con in studio Marco Tardelli che scoppiò in lacrime e non riuscì a dire nulla... Che tristezza ancora adesso, se ci ripenso :(
RispondiEliminaUn Grande, dentro e fuori dal campo.
Un commovente ricordo il tuo, quando peraltro in televisione si versavano vere lacrime, non come oggi con tutti quei reality :(
EliminaUn grande calciatore ed una gran persona.
RispondiEliminaCiao e benvenuto!
EliminaGrazie delle visite e dei commenti,
Oggi farò un bel giro dalle tue parti 😁