Foto dal Guerin Sportivo |
Nell'estate 1994 la Gialappa's Band fu protagonista su Italia 1 della versione "mundial" di "Mai dire gol". La sigla di "Mai dire mondiali" fu come di consueto un colpo di genio di Elio e le Storie Tese", la bellissima "Nessuno allo stadio".
Nella seconda strofa, gli Elii cantavano:
Se Agbonavbare difenderà la propria porta nei mondiali di calcio americani, forse la Nigeria vincerà questi famosi campionati di calcio mondiali americani.
Agbonavbare era Wilfred Agbonavbare, portiere di 28 anni che militava nella squadra spagnola del Rayo Vallecano, squadra di un piccolo quartiere di Madrid.
La Nigeria non vinse quel mondiale di calcio, ma d'altro canto Wilfred non giocò nessuna partita, era il secondo portiere, alle spalle di Peter Rufai, che fu il titolare anche nel mondiale del 1998.
Il mondiale giocato negli Stati Uniti fece conoscere però a tutto il calcio europeo il mito delle Aquile, medaglia d'oro alle olimpiadi nel 1996.
Il portiere di quella squadra fu Joseph Dosu, che si ritirò nel 1997 a soli 24 anni, a causa delle gravi ferite riportate in un incidente stradale.
Anche Wilfred appese i guanti al chiodo nel 1997, a 31 anni, un' età nella quale i portieri in genere sono nella "piena maturità calcistica". Dopo il ritiro, rimase in Spagna, ma il destino gli voltò le spalle. La moglie morì, dopo una lunga battaglia con il cancro. Wilfred spese tutti i suoi risparmi per starle vicino (il calcio non lo aveva reso ricco, avendo giocato in Spagna solo in club come il Rayo e l'Ecija). Accettò lavori umili per sbarcare il lunario e soprattutto per mantenere gli studi dei figli in Nigeria. Fece il corriere, il benzinaio. La versione spagnola di "Boss in incognito" lo vide tra i protagonisti di una puntata; lui, facchino di aeroporto, intento a insegnare il mestiere a un ragazzo, in realtà il suo capo travestito.
Wilfred si ammalò di cancro, la malattia che aveva portato via sua moglie. Carmen, un'anziana tifosa dal Rayo Vallecano, 85 anni, era stata salvata dallo sfratto grazie a una generosa raccolta fondi promossa dal club spagnolo. Carmen aveva ricevuto più soldi di quelli che le servivano, così decise di donare parte della cifra a Wilfred, affinché i suoi figli potessero fargli visita in ospedale. Purtroppo però la burocrazia ancora una volta fu spietata. A causa di un ritardo nella concessione del visto, i figli arrivarono dopo il 27 gennaio del 2015, giorno in cui Wilfred si era arreso.
La sua parata più bella?
La fece proprio al termine di un derby giocato contro il Real.
In quella partita fu preso di mira da una frangia di tifosi avversari, che gli vomitò addosso i peggiori insulti, compreso il coro "Ku Klux Klan", che fu ripetuto, da un gruppetto di adolescenti mononeuronici, addirittura davanti a una telecamera di una troupe televisiva.
Wilfred, intervistato a fine partita, disse che quei cori non lo avevano minimamente toccato, che "era nero e che aveva fatto delle parate che avevano fermato la squadra avversaria" e che, da calciatore, aveva pensato solo a giocare la sua partita.
Una lezione di classe e di dignità.
Veramente una lezione di maturità. Non bisogna parlare con gli imbecilli perché alla fine ti costringono ad usare il loro stesso linguaggio.
RispondiEliminaMi ha colpito molto questo aneddoto, indubbiamente una storia non banale quella di questo portiere.
EliminaStoria molto triste.
RispondiEliminaSpero che i suoi figli siano cresciuti senza altri dolori, e portando alto il nome di un Padre che ha dovuto parare colpi ben più importanti di quelli negli stadi.
Sarei molto curioso di sapere anche io dei figli..ho cercato, ma senza trovare nulla...cosa faranno? Saranno riusciti ad avere una buona esistenza grazie al sacrificio del padre?
EliminaLa storia di Wilfred mi ha rattristato molto.
RispondiEliminaA volte il mondo, la vita, la salute stessa...sanno essere massi duri da portarsi dietro la schiena.
Come voi spero che i suoi figli abbiano avuto una vita meno difficile di quella dei loro genitori.
Una storia molto triste, però il suo protagonista ha avuto una dignità pazzesca.
EliminaUn portiere eroe, senza dubbio :)
Non sapevo non fosse pià fra noi.. "Nessuno allo stadio" la ricolto benissimo e ogni tanto la riascolto, come tutte quelle degli Elii..quella Nigeria era forte, anche se i nomi ci facevano sorridere (Amunike, Amochachi, Okocha, Oliseh, perdonatemi le grafie non corrette..) però ci misero in seria difficoltà nel 1994!
RispondiEliminaGrande squadra per la Nigeria..le grafie mi sembrano tutte corrette :D.
EliminaNon hai citato però il mio idolo: Finidi!
*quella Nigeria
EliminaPurtroppo il razzismo nel calcio è ancora presente, soprattutto in Italia.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Purtroppo sì..Grande Wilfred, una lezione di stile.
EliminaMadonna che storia triste!
RispondiEliminaNon c'è UNA cosa andata dritta nella storia di questo sportivo :o
Moz-
Davvero...rimane lo struggente ricordo: Eterno Willy, in un piccolo murales all'ingresso dello stadio del Rayo Vallecano
EliminaMadonna che post triste! Tra quello che si è ritirato per le ferite e questo che tra ritiro da giovane, malattia e morte della moglie, fine dei risparmi, povertà, malattia sua e morte da solo... che sfiga!
RispondiEliminaahhaah e siamo partiti da una canzone di Elio e le storie tese XD
EliminaStoria veramente triste.
RispondiEliminaUomo molto sfortunato.
Spero che i figli abbiano beneficiato dei suoi sacrifici.
Sul razzismo nello sport che dirti : la mamma degli ignoranti è sempre incinta.
Buona domenica
Ciao Max,
Eliminaanche io ho la tua stessa speranza..un futuro migliore per i figli.
Storia incredibilmente triste e totalmente sconosciuta. Come sempre post particolari.
RispondiEliminaSul razzismo poi ieri si è arrivati al ridicolo.
Passi Vesuvio lavali col fuoco, colera, terremotati ecc ecc, ma "S. Gennaro pezzo di merda" non l'avevo mai sentito.
Complimenti ai civilissimi fiorentini. Come dicono a Parigi...Sti cazzi.
Scusa la parolaccia mi è scappata. ;)
PS I miracolati sono loro che dovevano prenderne 4.
Mi dispiace davvero per come la squadra napoletana sia trattata in troppi stadi di Italia (compreso il mio Meazza). Purtroppo tra i tifosi dilagano ignoranza e comportamenti beceri :/
EliminaEh già, gran bella storia ;)
RispondiEliminaPreferisco quelle a lieto fine, ma per me Wilfred è..un eroe!
EliminaAssolutamente sconosciuta la sua storia. Grazie per avercene parlato, peccato non riuscire a scoprire se i suoi figli stanno bene.
RispondiEliminaUn abbraccio!
Purtroppo ho spulciato qua e là, ma non ho trovato news :/
EliminaIl titolare in quella nazionale, Peter Rufai, è figlio del re di una tribù della regione di Idimu (così dice Wikipedia). Mi piace pensare che ora che si è ritirato passi le giornate a inviare e-mail alla gente in cui chiede soldi alla gente per sbloccare un conto corrente in cui è contenuta la sua eredità milionaria, promettendo in cambio il 10% dell'eredità.
RispondiEliminaDel povero Agbonavbaré, oltre alla canzone, ricordo anche l'esagerato entusiasmo con cui lo pronunciava Bulgarelli in FIFA 98 ogni volta che Wilfred parava qualcosa.
Avevo un vago ricordo di questa parentela di alto livello per il buon Rufai, del quale ricordo bene invece gli errori nel mondiale del '98!
EliminaCapitolo Fifa 98: mi sa che Wilfred lo avevo modificato nell'editor, mettendo il vero secondo portiere della Nigeria (Wilfred appunto si era ritirato), quindi non ricordo questa cosa, ma ricordo benissimo i toni di Bulgarelli...e ricordo anche le due difficoltà nel pronunciare le parole Kaiserslautern e Beschastynk (grandissimo idolo: attaccante russo.
Il mondiale non l'avrà vinto, ma di sicuro ha dato un bell'esempio con la sua superiorità di fronte alla pochezza di certi tifosi!
RispondiEliminaInfatti...per questo sarà sempre ricordato tra gli eroi calcistici!
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