"Nel fango del Dio pallone" è il primo libro scritto da Carlo Petrini. Pubblicata dalla Kaos Edizioni nel 2000, l'autobiografia dell'ex calciatore di Milan e Roma è soprattutto un atto di accusa verso il sistema calcio, con una denuncia delle pratiche di doping, in voga negli anni '60 e '70, e il racconto, dall'interno, dello scandalo delle scommesse che fece tremare il calcio italiano e portò a squalifiche e clamorose retrocessioni (quella del Milan in primis).
Il libro è diviso in tre parti. Nella prima Petrini racconta la sua carriera, partendo dagli esordi. E' qui che denuncia la pratica delle partite combinate e delle iniezioni di doping, praticate con lo stesso ago per più calciatori, ma anche la scarsa moralità dei calciatori - lui stesso in primis - che pensavano solo al denaro, alle automobili e soprattutto al sesso, costantemente impegnati in avventure extraconiugali, anche con minorenni.
Nella seconda parte Petrini si sofferma sul calcioscommesse. Petrini fu squalificato per tre anni e per tre mesi, coinvolto nello scandalo italiano del Totonero del 1980. E' lungo e dettagliato, molto sofferto, il resoconto di quei fatti. Il calciatore non nasconde le proprie responsabilità, ma denuncia di essere stato un capro espiatorio, tradito dagli stessi compagni. Questo perché Petrini era il colpevole 'ideale, il giocatore oramai alla fine della sua carriera. L'ex calciatore accusa apertamente il sistema di aver rinunciato a perseguire la Juventus, per una partita combinata con il Bologna.
Nella terza parte il calciatore-scrittore parla di sé, del suo ritiro dal calcio, delle sue attività post calcio, ma soprattutto del buco nero più grande della sua vita. A causa dei debiti contratti e per paura di ritorsioni, Petrini scappò dall'Italia, rifugiandosi in Francia. Vi rimase anche nel 1995, quando la famiglia (dalla moglie si era separato) lo spinse a fare ritorno al Belpaese, per esaudire il desiderio del suo terzogenito malato, Diego, aspirante calciatore alla Sampdoria e grande tifoso della Roma (nacque nel 1976, quando Petrini giocava nella squadra giallorossa) di rivederlo. Diego sarebbe morto, poco dopo quel disperato appello, per un tumore, all'età di 19 anni.
Primo di questo tragico momento, leggendo il libro, era evidenziato a chiare lettere il disprezzo dell'autore verso la propria superficialità, all'interno di una severa critica al sistema 'pallonaro'; tuttavia, è solo raccontando la tragica morte di Diego che l'autore esprime la rabbia verso se stesso e verso la propria vigliaccheria, fino alla bestemmia verso quel Dio che aveva deciso di prendersi la vita di un ragazzo buono, generoso e pieno di speranze, lasciando vivo "un essere come me", "un padre vigliacco" che ha lasciato il figlio solo davanti alla morte.
Petrini tornò in Italia nel 1997, a fare visita alla famiglia e soprattutto al cimitero in cui riposava per sempre Diego, poi lasciò definitivamente la Francia un anno dopo.
In un'intervista, rilasciata poco prima della morte, avvenuta nel 2012, disse di sé: ""Un mercenario che pensava solo a drogarsi, scopare, incassare assegni e alterare risultati. Un presuntuoso. Un coglione. Uno che credeva di essere un semidio e morirà come un disgraziato".
Per me, Carlo Petrini è il "Bojack Horseman" del calcio italiano. Nel rileggere il suo libro, ho avuto più volte la sensazione di trovarmi un personaggio "auto-distruttivo" come il celebre cavallo antropomorfo attore della celebre serie animata.
Di sicuro, i libri di Carlo Petrini rappresentano una delle migliori letture della mia vita.
Non sapevo tutta la storia di Petrini, veramente tragica e crudele.. diciamo però che la Juve pagherà e molto in seguito
RispondiEliminaPetrini per me è un patrimonio culturale-calcistico...Nei suoi libri ha attaccato con forza tutti, personaggio che ha fatto parte di un sistema marcio e ha voluto rompere l'omertà attorno a questo sistema.
EliminaOvviamente qualcuno dirà "Lo ha fatto per soldi e per visibilità" (poi sa che soldi e visibilità con i libri della Kaos edizioni e qualche intervista "nascosta"), ma praticamente lui in questo suo primo libro ha detto tutto della sua vita, si è "sputtanato" con sincerità. Ha fatto tanti errori e li ha pagati.
Parafrasando un suo pensiero,
"Se Dio esiste, lo ha perdonato e lo ha accolto con sé, perché si è pentito dei suoi errori".
Io credo che il mondo del calcio sia peggiore di quello che ha capito Carlo Petrini.
RispondiEliminaSono certo che l'uso di sostanze illecite è praticato su larga scala, anche nelle giovanili.
Il calcio non è un gioco perché nel gioco si può vincere e a volte perdere. Penso che la sconfitta venga vista come una colpa immensa e per sfuggire a questo tormento si fanno cose non pulite, pur di vincere.
Peggiore è difficile, ma è così: il calcio è marcio, purtroppo...Ci girano dietro troppi interessi e troppo soldi. Non è retorica: è così.
EliminaNoi proviamo a raccontare il meglio del calcio, cerchiamo di tenere alta la guardia sul marcio.
Che peccato.
RispondiEliminaSe questo calciatore somigliava a quel cavallo del malaugurio stava messo proprio male.
Pace a lui. :P
ahah "cavallo del malaugurio" :D
EliminaTroppi brutti misteri, girano intorno al mondo del calcio.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Esattamente..basti pensare alla morte del calciatore Bruno Beatrice...
EliminaSecondo me, uno dei principali problemi di questi personaggi è che si trovano a gestire delle somme di denaro veramente troppo grandi che danno alla testa se non hai una certa solidità psicologica.
RispondiEliminaPer questo motivo a quasi tutti serve un evento così tragico per rendersi conto che la vita va vissuta, non sopravvissuta o bevuta o sniffata.
Certo la morte di un figlio è veramente qualcosa di inspiegabile e non posso neanche immaginare come possa essersi sentito lui pensando di aver sprecato una esistenza in quel modo mentre Diego non ha fatto in tempo a vedere quasi nulla del mondo...
Mi ha colpito molto il tuo commento Paola, perché non avevo mai pensato quella cosa.
EliminaIl padre ha sperperato una vita, mentre il figlio poveretto non ha potuto vedere davvero quasi nulla..Ho sempre pensato alla morte del figlio come una sorta di terribile espiazione, ma non avevo mai pensato quella cosa...
Comunque è così, spesso chi ha tanti soldi li brucia e brucia la propria vita...
Invece quando ho letto che diceva che avrebbe preferito andarsene lui al posto del figlio ho pensato subito a questo; e che lui probabilmente ci avrà pensato pure. Penso che questa sia stata una punizione anche troppo grande per tutti i peccati della carne commesi prima...
EliminaSì, diciamo che le colpe di Petrini sono soprattutto le partite truccate (lui fu parte attiva alle combine) e i magheggi economici con la finanziaria post carriera da calciatore, i debiti ecc. ecc.
EliminaPer le avventure extraconiugale la miglior punizione era il passaggio del tempo :D e il suo invecchiamento
Wow! Ammetto di non conoscerlo, anche se sono romanista.
RispondiEliminaUn'autocritica che mi ha sorpreso, soprattutto paragonandolo ai calciatori fanatici degli ultimi due decenni.
Non stento a credere che sia una lettura più che soddisfacente 😉
I libri di Petrini sono bellissimi..soprattutto questo e quello sul Milan <3
EliminaNon conoscevo Pertini, quello che s'intende di calcio in famiglia è mio papà che tifa Juve. Comunque grazie per la recensione di questo libro!😊
RispondiEliminaPS: ho letto e commentato anche il post sulle magliette con i supereroi.
Grazie per i commenti Vane :).
EliminaChissà se tuo padre si ricorda di questo personaggio!
Il buon Petrini ha passato anni a denunciare inascoltato le malefatte del Calcio italiano, fino alla sua morte. La cosa che fa più male è che pare non sia servito a niente.
RispondiEliminaSì, ma purtroppo i tifosi non vogliono sentire, quando viene messo in discussione il loro "giocattolino"...Comunque sottoscrivo il tuo commento dalla prima all'ultima parola.
EliminaNon conoscevo questi retroscena. Interessante che quest'uomo abbia riconosciuto gli errori (così clamorosi e pessimi), ma penso che tutto ciò lo possa assolvere.
RispondiEliminaPoi, io lo assolverei anche solo per il fatto di aver scoperchiato un po' di zozzerie del calcio italico, ricettacolo di merda come poche altre cose.
Moz-
E' un libro ricco di retroscena! Magari parlerò di qualche singolo episodio.
EliminaBellissima la tua frase: "ha scoperchiato un po' di zozzerie del calcio italico, ricettacolo di merda".
Visione estrema, ma direi che è così...
e malgrado tutto, doping, scommesse, riciclaggio di denaro sporco, interessi clamorosi, ecc.ecc. riusciamo ancora ad appassionarci. Un bel mistero! :-)
RispondiEliminagià :), io non riuscirei a stare senza quella benedetta palla che rotola, inseguita da 22 tizi in mutande :D
EliminaQuest'uomo si è pentito e ha fatto bene a raccontare quello che c'era da raccontare senza peli sulla lingua. Mi dispiace per la morte del figlio e sono certa che ancora oggi lui si senta molto più che vigliacco per non averlo raggiunto prima che fosse impossibile rivederlo vivo :(
RispondiEliminaTriste storia anche questa..
Già, anche la storia di Petrini però ci insegna molto, aldilà dell'aspetto calcistico :)
Elimina