La scure di Zagor: il calcio del tutto contro tutti (di Claudio D'Aleo)


Il nostro è il calcio dei “tutti contro tutti”. Le cronache di questi giorni sono più eloquenti di qualunque altra enunciazione. Spalletti, Leonardo. Cairo, Simone Inzaghi. E chissà ancora quanti altri prima e chissà quanti altri a seguire. Tutti con le loro sacrosante ragioni. Tutti in fila a proteggere il proprio orticello. A turno tutti hanno messo o mettono le mani avanti temendo o immaginando sul loro percorso “trappole” e “disastri” più o meno evidenti e/o più o meno irriverenti. Calma e gesso. Tutto questo non ci piace. Non è Sport. Non ci aiuta. E’ l’anti calcio, lo “Sport” delle polemiche esasperanti ed esagerate, dei “sotterfugi” più o meno temuti e più meno meno acclarati, dei fuorigioco esistenti non visti o di quelli inesistenti poi dati. E’ il calcio che allontana le famiglie dagli stadi, che disorienta i giovani; il calcio dei sospetti che inquinano gli ambienti e che bene non fanno a nessuno. E’ il “movimento” di chi non sa vedere oltre il proprio naso e fa della polemica spicciola e della dietrologia il proprio mestiere. La nostra opinione vale quella degli altri e va rispettata tanto quanto quella degli altri. Ovvio. Però un freno va posto. Le polemiche andrebbero limitate. E’ il calcio dei fiumi di inchiostro versati per recriminare o per alimentare quel “tutti contro tutti” al quale, ormai, siamo tristemente abituati. Un “anti calcio” che crea voragini di malcontento tra la gente e questo Sport che è e rimane meraviglioso.

Arbitri e dintorni. Dal gol annullato a Ramon Turone in quel famoso Juventus – Roma del 10 maggio 1981 ad oggi non è cambiato nulla. O se è cambiato qualcosa non sarebbe peregrino osservare che davvero non se ne è accorto nessuno. Gli Arbitri oggi come allora sono nell’occhio del ciclone. Sbagliano oggi come sbagliavano ieri. Sono criticati oggi come lo sono sempre stati nel passato. VAR o non VAR le polemiche attorno al loro operato insistono e non hanno mai fine. La tecnologia sarebbe dovuta intervenire in soccorso della “terna” arbitrale. Questo il senso della “moviola in campo”. Non è accaduto per come si pensava e ci si augurava e questo stupisce parecchio. La Var avrebbe dovuto mettere tutti a tacere spiattellando senza pietà “urbi et orbi” il dato di fatto, cioè l’immagine televisiva “esaminata “ in più parti e resa inequivocabile. Neppure questo è accaduto. Neppure questo basta. Poco o nulla è cambiato. Gli arbitri continuano ad arrovellarsi nell’occhio del ciclone. La VAR non soddisfa tutti e non lo fa appieno. La gente non risparmia ogni genere di critica e polemizza oggi come allora. Le “fazioni” pro e contro Var si ingrossano a vista d’occhio. I primi vedono nella tecnologia la medicina di tutti i mali nonostante le polemiche non tendano a diminuire. I secondi vorrebbero che il calcio proseguisse come sempre ha fatto da quando è stato inventato, cioè senza VAR. Della serie: vuoi stare bene? Lamentati! Una polemica dietro l’altra e senza fine. Calma e gesso. La VAR è una macchina ma è pur sempre gestita da un uomo. Puoi avere tra le mani la migliore automobile possibile ma se alla guida non stai attento o ti distrai a sbattere ci vai sicuro. Aldo Biscardi negli anni scorsi si è battuto tantissimo per la “moviola in campo”. Il famoso giornalista ha sempre visto, nello strumento tecnologico, la panacea più opportuna per calmierare “diatribe” e confronti dialettici particolarmente “serrati”. Ma neppure lui avrebbe mai potuto immaginare tutto questo. Neppure lui avrebbe mai pensato ad una VAR contestata. Una confusione “concettuale” e in “termini” davvero inaspettata oltre che poco gradita.

Il calcio come bene comune. Il calcio non è soltanto flusso inesauribile di denaro. Non è soltanto un mero esercizio aritmetico finalizzato alla ricerca di bilanci sani e ricavi quanto più possibile soddisfacenti. Non è solo la vittoria da raggiungere a tutti i costi indipendentemente da tutto il resto. Il calcio, quello vero, dovrebbe essere altro e cioè armonia, rispetto, luogo di incontro e socializzazione tra culture diverse e modi diversi di intendere la vita, se stessi, gli altri. Anche il gioco. Attraverso il calcio e lo sport in genere interagiscono uomini, popoli, Istituzioni, costumi, idee, economie, culture. Oggi il mondo è una enorme “hall” senza barriere che consente a persone dalle culture differenti di incontrarsi e confrontarsi su tutto per il benessere reciproco. I “volani” di questi incontri sono l’Arte, l’Economia, la Cultura, la salute nostra e del Pianeta, la Politica. A furor di popolo anche lo Sport.

Claudio D'Aleo

Commenti

  1. Senza polemiche il calcio farebbe annoiare. Per questo si parla spesso delle mogli, delle fidanzate, e anche delle madri e sorelle dei giocatori. I social si agitano per queste donnine da sballo.
    Il gol di Turone appartiene alla mitologia del calcio italiano: è considerato una delle prime prove certe delle ruberie juventine, c'è chi gli ha dedicato un libro («Er go' de Turone» di Massimo Zampini, noto opinionista romano di provata fede bianconera) e a Roma molti bambini lo citano sapendo solo vagamente di cosa si tratti ma senza che gli passi per la testa discuterlo, trattandosi di un dogma tramandato dai padri. Invece, un po' di giorni fa, proprio una voce autorevole come quella di Carlo Sassi è giunta a infrangere certezze che parevano di granito.

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    1. Vero, il calcio senza polemiche non è calcio, almeno in Italia.
      Ovviamente sui social viene tutto amplificato e le polemiche diventano rissa verbale..

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  2. La VAR sta risolvendo comunque molte questioni spinosi... certo la perfezione è lontana, ma il gol di Muntari sarebbe stato diecimila volte gol... ;) Con buona pace di Gus.

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    1. La VAR è una macchina ma è pur sempre gestita da un uomo

      Questo è il cuore della questione...

      Quest'anno non è andata benissimo, l'anno scorso molto meglio. Vediamo il prossimo :D

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  3. Bentornato Claudio. Ci sei mancato.
    Bellissimo post. Mi ha fatto pensare ad un discorso che facevo ieri con un mio amico catechista.
    Le brutture delle chiese portano alla disaffezione dalla religione.
    Ecco. Religione - calcio. Paragone azzardato? 😉

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    1. Claudio ha sfornato tre pezzi uno migliore dell'altro! Direi un grande ritorno, il suo.
      Sul paragone calcio-religione, io vedo più azzeccato quello tra calcio e politica, nel senso che i sostenitori del calcio e della politica sono molto integralisti: difficile che accettino le idee contrarie alle proprie :D

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    2. Mentre i religiosi non lo sono? 😂😂😂😜

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    3. Oddio, non tutti in realtà :D

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    4. Ma neanche i tifosi, quindi sì, allora il paragone tiene :D

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  4. Sarebbe bello se lo sport non venisse accerchiato in questo modo dalle polemiche.
    Che poi diventa tutt'altro e lo spirito un po' magico si perde.

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    1. Magari un po' di polemiche, nelle giuste dosi, può anche mettere un po' di pepe. Ma ecco, come hai detto tu, lo sport non deve essere accerchiato dalle stesse.

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    1. Ciao Jolly Roger, benvenuto!
      Vediamo domani a Torino se sarà sprofondo rosso(nero) :)

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  6. "Togli il Calcio agli italiani e gli italiani ti faranno la rivoluzione" Questo mi ripeteva sempre mio nonno e oggi sono sempre più convinto che avesse ragione da vendere.

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    1. Tuo nonno aveva ragione. Gli italiani non scendono mai in piazza per reclamare dei diritti, ma solo per festeggiare le coppe o protestare contro un rigore :D

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  7. Lascio una citazione di Winston Churchill: "gli italiani perdono le guerre come se fossero partite di calcio e le partite di calcio come se fossero guerre."
    Serena domenica.

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    1. Verissimo! Una citazione meravigliosa :)

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    1. Anche io. Un vero allenatore. Mandare via una quindicina degli attuali giocatori, facendo plusvalenze.
      Costruire una squadra in modo completo, è due anni che non compriamo un attaccante esterno di piede destro che giochi a sinistra e attacchi la profondità.
      Ricostruire un gruppo mentalmente ancor prima di tutto.

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  9. Il calcio non riesce a portare I suoi valori e diffonderlo nemmeno a livello giovanile dove ci sono genitori pazzeschi figuriamoci ai più alti livelli.

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    1. Davvero, se pensiamo a certe cose che succedono nei campionati giovanili locali dove in palio non c'è nulla...c'è da mettersi le mani nei capelli!

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