Non fu una sorpresa, l'addio di Ruud Gullit al Milan nell'estate del 1993. Il rapporto con l'allenatore Fabio Capello non era mai decollato. Rispetto a Sacchi, Capello era più intransigente con il suo 4-4-2. Gullit, nel campionato 1991-92, fu schierato ala destra. L'olandese, campione di fisico e tecnica, poteva giocare ovunque e fare bene, ma lì sulla fascia non si sentiva al centro del gioco. Nella Sampdoria, la sua seconda squadra italiana, fu invece schierato in attacco, a fianco di Roberto Mancini. Gullit rifiorì, segnò 15 gol e a fine stagione fu accolto da Silvio Berlusconi come il figliol prodigo della parabola. Il "tulipano nero" ripagò la fiducia trascinando il Milan alla vittoria della Supercoppa Italiana, avversaria proprio la Sampdoria. I blucerchiati passarono in vantaggio con una delle splendide punizione di Mihajlovic, un siluro imprendibile per Rossi. Il Milan, nonostante le numerose assenze (i terzini Maldini e Panucci, la diga Desailly, gli attaccanti Savicevic e Massaro, Stroppa, la mezzala offensiva tornata a Milanello dopo due anni di Lazio e uno di Foggia), riuscì a pareggiare con un colpo di testa di Gullit, ben servito da Simone. Ai rigori i rossoneri furono infallibili; Mihajlovic centrò la traversa, mentre Evani, grande ex della partita, si fece ipnotizzare da Rossi, che bloccò il tiro destinato alla sua sinistra.
Disegni di Paolo Sabellucci |
La Supercoppa Italiana fu l'ultimo trofeo di Ruud Gullit con il Milan: a novembre infatti si ruppe nuovamente il rapporto con i rossoneri. Nonostante giocasse in attacco, nel 4-4-2 di Capello, Gullit non si trovava a suo agio con il resto dei compagni, che gli rimproveravano lo scarso impegno in fase di copertura. L'olandese dichiarò il proprio malcontento: nel gioco della Samdoria era il terminale offensivo e c'era chi correva per lui. Si vociferava anche un rapporto non più idilliaco con Massaro, l'attaccante decisivo l'anno prima nella corsa scudetto. Così Ruud chiese il trasferimento, ottenendo di poter tornare a Genova, alla Sampdoria. Al Milan finì un declinante Alessandro Melli, lontano dai fasti di Parma. L'attaccante non ebbe mai fiducia da Capello e finì mestamente la stagione da riserva.
Ricordo la straripante stagione di Gullit alla Samp (almeno la prima)..ecco, è uno degli esempi di quando la "minestra riscaldata" non è propriamente esaltante
RispondiEliminaFu un terribile sbaglio riportare Gullit al Milan..scelta low cost che non pagò affatto..
EliminaVerissimo sul 1987-88 come miglior stagione..anche perché giocava nella sua posizione migliore, trequartista incursore. Con Capello invece l'esterno, alla Sampdoria l'attaccante centrale.
RispondiEliminaAl Milan di ritorno positivo c'è stato solo Ibra :)
Il campionato di Gullit alla sanp fu forse il suo canto del cigno.
RispondiEliminaEsattamente..poi in Inghilterra ha chiuso giocando difensore
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