Hungry Heart: dall'autore di Captain Tsubasa, un manga calcistico senza infamia e senza lode


Un titolo omaggio a Bruce Springsteen, il calcio già raccontato nel più celebre dei suoi manga, "Captain Tsubasa", il Milan (che concesse i diritti per l'utilizzo del nome e del marchio) sullo sfondo. "Hungry Heart" è il secondo manga calcistico di Yōichi Takahashi che ha per protagonista l'attaccante Kyosuke Kanou.

L'omaggio al boss

 "Hungry Heart", manga dei primi anni 2000 pubblicato in soli sei volumetti,  è anzitutto una storia di riscatto, quelle tanto care al mangaka creatore degli iconici personaggi di Holly-Tsubasa e Benji-Genzo. Da teppista a calciatore professionista in Europa, con l'Ajax, grazie alla determinazione e alla volontà di far crescere un talento nascosto: così si può riassumere la storia di Kyosuke Kanou, da sempre sofferente al confronto con il più talentuoso Seisuke Kanou, suo fratello maggiore, campione del Milan. Provocato durante una partita di calcio, Kyosuke innesca una rissa. Dopo la squalifica della squadra, la decisione di lasciare il calcio. Sarà la studentessa e calciatrice Miki a convincerlo a tornare sui suoi passi, facendolo iscrivere alla squadra di calcio dello Jojo Akanegaoka, il liceo frequentato da entrambi. Il manga ruota attorno alla sfida con il liceo rivale, il Kokuryo, squadra formata da ben quattro nazionali giovanili del Giappone. Il primo anno la sconfitta dello Jojo sarà pesante, ma al secondo anno ci sarà la grande rivincita.  Kyosuke conoscerà un'importante verità su se stesso: è solo figlio adottivo dei genitori di Seisuke Kanu, ma figlio di Keisuke Narumi, talentuoso bomber giapponese deceduto in un incidente stradale con la moglie. Sarà proprio l'allenatore di Kyosuke, Murakami, a svelare i segreti del grande bomber, in passato suo compagno di squadra.


Kanou in partitella

Punto di forza del manga, l'assenza di partite infinite: anzi la finale rivincita con il Kokuryo è la migliore partita di calcio disegnata da Takahashi, basti vedere lo splendido gol di testa del 3-3 di Kanou. Nessun balzo su pali o traverse, ma solo una grande elevazione. Il problema è il disegno di Takahashi, bravo nel rendere i dettagli delle maglie, ma non i personaggi, troppo "rotondi" nelle espressioni del viso. Come sempre la parte extracalcistica è poco sviluppata e la relazione tra Miki e Kyosuke è la solita relazione stile Tsubasa-Sanae (Patty), cioè molto platonica. Non mancano poi gli stereotipi: il brasiliano Rodrigo che deve affermarsi per sostenere la famiglia, il portiere belloccio, Jefferson Sakai. Ci sono anche i gemelli: i Fujimori, centrocampisti del Kokuryo e della nazionale giapponese giovanile. Per fortuna si limitano solo a veloci triangolazioni, senza catapulte infernali e cose simili.

Sakai e Rodrigo, compagni di squadra di Kanou

 Nel complesso però, al di là di una trama apprezzabile, è una manga senza infamia e senza lode, con situazioni e personaggi in fondo già visti nella precedente opera, "Captain Tsubasa"

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