Giroud festeggia uno dei gol scudetto al Sassuolo (foto da Ac Milan.com) |
Il Milan si è aggiudicato il diciannovesimo scudetto della storia, al termine di una stagione memorabile, conclusa con 86 punti in classifica (+7 rispetto a un anno fa), due in più dell'Inter campione d'Italia in carica.
Uno scudetto frutto di una seria programmazione e di una coesione di tutto l'ambiente. Due anni fa l'allenatore Stefano Pioli e il responsabile dell'area sportiva Paolo Maldini, bandiera rossonera, avevano le valigie pronte. L'inizio di stagione 2019-2020 fu disastrosa e i piani alti erano pronti all'ennesima rivoluzione, affidando la ricostruzione a Ralf Rangnick. Quando il manager tedesco uscì allo scoperto, il dirigente rossonero Boban andò via sbattendo la porta. Maldini scelse di rimanere, affiancato dal fido Ricky Massara, per concludere il lavoro. Dalle difficoltà, con i giusti correttivi nel mercato di gennaio 2020 (l'arrivo di due senatori di grande valore quali Kjaer e Ibrahimovic), il Milan rinacque in quello storico campionato post lockdown.
Per questo lo scudetto vinto domenica scorsa (22 maggio) non è frutto di un exploit passeggero, benché favorito dal calo della Juventus e dall'addio di Conte all'Inter, ma è il coronamento di un percorso iniziato nell'estate del 2019, quella in cui la famiglia Singer si sbarazzò di Leonardo, dirigente sportivo abituato a budget faraonici. La rinascita sportiva è andata di pari passo con un certosino lavoro fuoricampo, in primis per sistemare i bilanci. Il Milan ha vinto lo scudetto con il quinto monte ingaggi e con il quinto payroll (ammortamenti cartellini+ingaggio al lordo) del campionato. Nel 2018-19 arrivò quinto con un payroll di di 225 milioni, quest'anno ha trionfato con un payroll inferiore ai 150 milioni.
Il lavoro dell'allenatore Stefano Pioli è stato eccezionale. Il Milan negli ultimi due anni ha dovuto far fronte a un impressionante numero di infortunati e di casi Covid. Non a caso, nel rush finale, potendo utilizzare l'intera rosa, il Milan ha vinto 6 partite su 6, segnando 13 reti e subendone solamente 2. Il gruppo è solido nello spogliatoio e in campo. Il gioco proposto dal Milan è moderno, con continui cambi di posizione, un portiere che in fase di possesso si colloca sul rettangolo verde come giocatore di movimento. I difensori affrontano senza esitazione l'uno contro uno. Manca profondità in attacco: le assenze di Rebic e le caratteristiche di Giroud e Ibrahimovic chiedono alla società l'innesto di una attaccante centrale con questa caratteristiche. L'arrivo di Origi dal Liverpool, a parametro zero, è acquisto ben ponderato dal punto di vista tecnico ed economico. Il giocatore ha l'età giusta (27 anni) e tanti trofei vinti.
Ma non è sufficiente a un Milan che il prossimo anno dovrà duellare per lo scudetto e non fare la comparsa in Champions League, potendo peraltro usufruire di un sorteggio in teoria favorevole, essendo testa di serie.
In difesa, oltre al rinnovo di Florenzi, serve un innesto importante, un difensore centrale che prenda il posto di Romagnoli, destinato a lasciare Milano a parametro zero. Botman del Lille sembra il candidato perfetto per portare quella fisicità nella marcatura stretta di cui difettano sia Tomori e Kalulu, la coppia rivelazione sulla quale il Milan ha costruito la solidità della propria difesa. Ma giocando ogni tre giorni e dovendo rimanere ai vertici, il Milan ha bisogno di grandi alternative in ogni reparto.
Stesso discorso del centrocampo, presto orfano di Kessie, che in scadenza di contratto ha firmato per il Barcellona. Adli e Pobega, di ritorno dai prestiti a Bordeaux e Torino, si aggiungeranno a Bennacer, Tonali, Krunic, Diaz. Bakayoko, comparsa dello scudetto rossonero, tornerà al Chelsea. Chi dunque al posto di Kessie? Renato Sanches del Lille è giocatore moderno, atleticamente potente ma dalle buone qualità tecniche, ottimo tiratore da fuori area, una versione moderna di Clarence Seedorf, calciatore che ha lasciato grandi ricordi al Milan. La grossa incognita sono i frequenti infortuni di cui soffre. La seconda incognita è di tipo tattico: in questo pacchetto di centrocampisti e di trequartisti (ricordiamo che spesso il Milan gioca con il 4-1-4-1 e non con il 4-2-3-1), manca un perfetto epigono di Kessie.
Il quarto acquisto necessario per il salto di qualità è un esterno destro. Un giocatore di qualità, con importanti doti fisiche. Saelemaekers e Messias, due giocatori con caratteristiche diverse, hanno dato il loro contributo. Ma serve un salto di qualità in quella posizione.
Infine il management rossonero dovrà sciogliere alcuni nodi: il rinnovo di Leao, l'eventuale conferma di Ibrahimovic come "jolly" di lusso e capire se Rebic sia intenzionato o meno a svolgere il ruolo di alternativa di Leao. In caso contrario, il suo sostituto potrebbe essere un connazionale: Brekalo del Wolfsburg, reduce da un buon campionato in A con il Torino, già nelle liste rossonere. Ultimo nodo, quello della Lista Champions. In campionato il Milan può iscrivere Kalulu, Adli ed eventualmente Botman nelle liste B, per il loro status di Under 22. Ma in Champions ci sono tre tagli da fare. Il primo sacrificato potrebbe essere Ballo Touré (come vice Hernandez, sulla sinistra, possono giocare anche Kalulu e Florenzi), più difficile scegliere gli altri due. A Maldini l'arduo compito di sistemare ogni tassello, nella speranza che la società (l'attuale o quella acquirente..) metta a disposizione un budget all'altezza di una squadra tornata protagonista in Italia. Pioli, ingiustamente tacciato fino a ieri di essere un allenatore perdente, lo merita: ha ottenuto il massimo da una rosa che nessuno ha messo, giustamente, al primo posto tra le squadre italiane. Ma anche un ringraziamento a una tifoseria che è stata l'uomo in più per tutta la stagione e che merita la certezza di un Milan finalmente ambizioso.
Se lo meriterebbe sì, comunque Maignan, Theo, Tonali e Leao (i migliori secondo me) già tenerli sarebbe un successo.
RispondiEliminaAggiungerei Tomori e Kalulu. Di tutti questi, solo Leao non è al 100% in rossonero. Vedremo :)
EliminaSembra già apparire un problema Leao.. speriamo bene..
RispondiEliminaBisogna trovare la quadra economica...sono fiducioso.
EliminaE su Renato Sanches insisterei ben bene.. mi chiedevo se Tomori non avesse caldeggiato Tony Abraham in qualche modo.. anche se capisco che le cifre erano profondamente diverse.. e tutto sommato, poi, Giroud il suo l'ha fatto.. ;)
EliminaGiroud il suo l'ha fatto....gol pesanti nella corsa scudetto. Adesso però abbiamo ben altri problemi :D
Elimina