La disperazione dell'allenatore italiano Rocca |
Il 19 settembre del 1988 l'Italia subì una delle più sorprendenti umiliazioni nel calcio, durante le Olimpiadi di Seoul. La formazione azzurra infatti fu sconfitta 4-0, nel girone di qualificazione, dalla nazionale dello Zambia.
L'Italia si schierò con Tacconi tra i pali, Tassotti e De Agostini terzini, Cravero libero e Ferrara stopper; Colombo, Galia, Iachini e il rifinitore Mauro a centrocampo, in attacco Virdis e Cardinale. Fu proprio quest'ultimo a sfiorare il gol di testa per due volte. Ma improvvisamente salì al proscenio l'attaccante Kalusha Bwalya, che con un tiro cross violento chiamò Tacconi a una non facile respinta. Il portiere juventino volò magnificamente su un tiro da fuori di Makinka: lo Zambia, che indossava la seconda maglia arancione, continuava a macinare gioco e a sfiorare il gol. Prima Kalusha Bwalya calciò a lato in diagonale, poi Johnson Bwalya di sinistro costrinse Tacconi a un'altra pregevole deviazione. Al 41' Kalusha Bwalya riuscì a superare Tacconi, con una conclusione velenosa che il portiere toccò, senza però evitare la rete.
Nonostante la sconfitta, l'Italia riuscì ad arrivare in semifinale, dove fu sconfitta dall'Urss, poi vincitrice della medaglia d'oro a spese del Brasile. Nella finale per il terzo posto, l'Italia fu battuta dalla Germania, che ai quarti aveva eliminato proprio lo Zambia con un rotondo 4-0.
I disegni del maestro Carmelo Silva su gentile concessione dell'amico disegnatore Simone Baruffi
L'Italia somigliava alla Juve del * Cagon *.
RispondiEliminaahhhhha :D, no dai, vi riprenderete! Quest'anno è un campionato anomalo. Troppe partite ravvicinate, poi i mondiali...
EliminaNon lo sapevo, e purtroppo non sarà quella l'ultima brutta figura..
RispondiEliminaIn tempi recenti, le brutte figure non sono mancate!
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