Come può essere l'Inter di Inzaghi 2023-24 (e come può essere l'Inter senza Inzaghi)


Uno scudetto, una Coppa Italia e due Supercoppe Italiane negli ultimi tre anni, tre piazzamenti Champions con possibilità concreta di fare il quattro su quattro. 

Con la gestione Zhang, l'Inter ha raggiunto pienamente gli obiettivi di campo, fallendo quelli economici: secondo monte ingaggi più alto della Serie A, secondo payroll più alto (somma degli ammortamenti dei cartellini più ingaggi al lordo), debiti netti per 788,2 milioni di euro e un patrimonio netto negativo di 86,6 milioni (dati bilancio 2021-2022). 

Per potenziare il parco giocatori, la società neroazzurra punta sulla capacità di Marotta di acquistare i parametri zero, un tipo di mercato su cui l'Inter è molto competitiva, potendo garantire ingaggi significativi. Questo azzera praticamente l'esborso di liquidità per i cartellini, ma appesantisce comunque il payroll con gli ingaggi al lordo. Ad ogni modo non sono mancati, negli ultimi due anni, acquisti onerosi: Correa, Gosens, Dumfries, finanziati dalle cessioni utilizzate in primis per ridurre il rosso di bilancio. Sono stati infatti 105 i milioni di plusvalenze iscritti al bilancio 2021-2022, una cifra piuttosto sostanziosa.

E sarà questa la strada percorsa anche nell'estate 2023? In teoria sì, anche se i risultati altalenanti della stagione hanno messo l'allenatore Simone Inzaghi sulla graticola. La qualificazione alla prossima Champions League (personalmente ritengo l'Inter stra-favorita nella corsa al secondo posto) farà pendere la bilancia dalla parte della conferma o dell'esonero, a seconda del risultato finale.

Con la conferma di Inzaghi, si procederà sulla strada della continuità. Per l'attacco gli obiettivi sono tre: uno svincolato (Thuram più di Firminio) e la conferma di Lukaku a cifre favorevoli per l'Inter in entrata, la cessione di Correa (prestito con diritto od obbligo di riscatto. Ma gli attaccanti in arrivo dovrebbero essere due, qualora il rinnovo di Dzeko non dovesse andare in porto (al momento le trattative sembrano "congelate"): non a caso si è parlato di Scamacca (possibile prestito). 

A centrocampo i piani di Marotta sembrano contemplare la doppia cessione di Dumfries e Brozovic, con Gagliardini destinato a partire a parametro zero. Bellanova non sarà riscattato, per Asslani si cercherà la quadra con l'Empoli: il giocatore è destinato a fungere ancora il ruolo di vice-regista, alle spalle non di Brozovic, ma di Calhanoglu. A destra Noussair Mazraoui, riserva al Bayern, guarito da un problema fisico, è un nome da tempo sulla lista di Marotta (anche per lui possibile prestito). Al centro allettava la possibilità di portare a casa un altro ex milanista, Kessie, le cui azioni sono però in ascesa al Barcellona. Mahmoud Dahoud del Borussia Dortmund, svincolato a fine stagione, può essere una perfetta alternativa a Mkhitaryan. Il colpo oneroso potrebbe dunque essere un vecchio pallino, Frattesi, sul quale c'è la forte concorrenza di Juventus e Roma.

In difesa servirà un titolarissimo da affiancare ad Acerbi e Bastoni, per sostituire Skriniar, in partenza a zero destinazione Psg: il sogno è Scalvini, per il quale la Gazzetta parla della possibilità, da parte dell'Inter, di offrire in contropartita i cartellini di due gioielli quali Satriano e Fabbian, quest'ultimo tra i migliori centrocampisti visti all'opera in Serie B. Ma non sarà l'unico innesto, con i probabili addii a zero di D'Ambrosio e De Vrji, servono altri due acquisti (più un altro esterno destro, considerando Darmian come esterno della difesa a tre) e il probabile rinnovo di Smalling con la Roma rende tutto più complicato. 

Senza Inzaghi sulla panchina invece le cose potrebbero mutare cambiare anche radicalmente. Un ritorno di Antonio Conte renderebbe tutto più semplice, visto che il sistema di gioco è praticamente lo stesso, il 3-5-2. Una soluzione più low cost sarebbe invece quella dell'emergente Thiago Motta, protagonista da calciatore nel ciclo neroazzurro di Mourinho. Ma il suo arrivo comporterebbe dei cambiamenti a livello tattico che richiederebbero anche un cambio delle strategie sul mercato. Nella sua esperienza con lo Spezia, Motta partì con il 3-5-2, per poi virare in pianta stabile sul 4-3-3 (4-1-4-1 in fase di non possesso o 4-3-1-2), mentre con il Bologna impiega stabilmente il 4-2-3-1. 

Sarà fondamentale in quel caso decidere se il rinforzo di centrocampo debba essere un trequartista incursore come Ferguson (il trequartista del Bologna di Motta) o un playmaker strutturato e difensivo come Kiwior (la mossa tattica di Motta a La Spezia, trasformare in diga davanti alla difesa il centrale difensivo). Fabbian, di ritorno dalla Reggina, sarebbe una valida alternativa. 

In difesa servirebbero invece un terzino destro e due centrali difensivi da affiancare a Acerbi e Bastoni, un titolarissimo e un'alternativa che potrebbe essere benissimo il giovane Pirola della Salernitana (con 3 milioni l'Inter può esercitare il contro riscatto). In attacco, con Thuram alternativa a Lautaro Martinez e il baby Mulattieri di ritorno dal Frosinone, servirebbero tre esterni: due prettamente offensivi, uno più difensivo (che si alternerebbe con Gosens). Ad ogni modo, quale che sia lo scenario, per Marotta non sarà facile agire sul mercato, considerati i non pochi paletti della società. 

Commenti

  1. Forse solo Conte potrebbe ridare nerbo a questa squadra. Io spero affondi del tutto, chiunque sia a guidarla.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io, se fossi interista, sarei molto intrigato dal progetto Thiago Motta

      Elimina

Posta un commento