Crisi Milan, per alzare l'asticella ci sono due strade



Il Milan è in crisi. Ciò che avevo scritto dieci giorni fa è stato poi confermato dalle ultime due partite di campionato, nonostante quella fiammata del primo tempo con il Napoli.

Pioli per me resta il principale colpevole di questo repentino crollo. È inutile precisare che le colpe siano anche dei giocatori, dei dirigenti. Si perde tutti insieme. Ma le colpe vanno ripartite in base alle responsabilità.

Pioli è stato investito di grande fiducia da parte della proprietà. Il mercato è stato fatto seguendo le sue indicazioni. La preparazione atletica della squadra è una sua responsabilità. Gli infortuni non sono solo sfortuna.

L'esonero è un problema, non solo per mancanza di alternative. C'è solo il dopo Lecce, la sosta dei campionati. Ma il nuovo allenatore si troverebbe ad affrontare la diaspora dei nazionali: con la Fiorentina sarebbe una partita persa in partenza. 

Purtroppo si deve arrivare con le attuali forze alla fine del girone d'andata e poi, eventualmente, procedere. Non è difficile mettere le mani su questa squadra, soprattutto correggere la preparazione atletica avviata dallo staff di Pioli. 

Ma sicuramente in questo momento il Milan ha bisogno di tornare a fare un calcio più essenziale, più semplice. Coprendosi e ripartendo, sfruttando le qualità dei suoi giocatori offensivi. Qualità che non mancano. Bisogna solamente sfruttarle.

Pioli non è scarso, si è involuto. Il suo ciclo al Milan è finito. Ha spremuto il gruppo, un gruppo che è stato rinnovato, ma in parte. 

La domanda è, quali sono le prospettive del Milan?

Il Milan ha avviato, con le ultime due proprietà, un progetto nel segno della sostenibilità. 

Alla lunga fare mercato con parametri molto stringenti ha portato all'attuale situazione. Si è perso Kessie, il top player del centrocampo, senza sostituirlo. In un mercato si è speso il budget per prendere De Ketelaere e sia chiaro: non è colpa di Maldini. Maldini - che avrebbe voluto giocatori più pronti - ha colpa per aver trattato un giocatore un mese,  senza ottenere un euro di sconto. Ma il belga era da tempo analizzato dai nostri scout. Nell'ultimo mercato si è sacrificato Tonali e si è cercato di potenziare la squadra, dovendo però rifare un centrocampo, tra cessioni, mancati riscatti (Diaz) e infortuni gravi (Bennacer). 

È andata come è andata, bisogna guardare avanti e non indietro.

Per poter alzare l'asticella, le strade sono due.

Aumentare gli investimenti, come richiesto a gran voce da Maldini, a costo di investire soldi a debito.

Una strada che però, volenti o nolenti, questa società non percorrerà.

L'altra, coerente con la strada intrapresa già da Elliott, è migliorare l'attuale progetto. 

Non potendo mettere tante risorse sul mercato, le risorse vanno create. Investendo su una seconda squadra e su giocatori che possano garantire competitività a questa seconda squadra, facendo crescere i giovani, bravi, di un vivaio che finalmente sta tornando all'altezza. 

Giovani che possono dare nuova linfa alla squadra, ma anche alimentare il player trading. 

Abbiamo una grande professionalità, Moncada, e bisogna sfruttarlo nel suo punto di forza: reclutare giovani talenti a basso prezzo. 

Un altro passo fondamentale - come detto dieci giorni fa - è scegliere l'allenatore giusto.

Quello che valuta i giocatori senza preconcetti - perché è chiaro che Colombo sia meglio di Jovic - e che non abbia paura di ricorrere ai giovani del vivaio. 

Giocare con il 4-4-2 con l'Udinese e poi vedere il terzino (Florenzi) fare tutto fuorché il terzino, perché giustamente non ha più il passo per fare la fascia, è un grave errore da parte dell'allenatore.

Serve un allenatore di taglio internazionale e soprattutto che abbia capacità di leadership. Che sappia valorizzare l'organico a sua disposizione, al netto delle lacune che sono spesso fisiologiche. 

Serve uno staff all'altezza, dal preparatore atletico al tattico. La Primavera è migliorata tantissimo grazie all'inserimento dello spagnolo David Rodriguez. Red Bird è attenta a inserire delle figure professionali di alto livello, anche giovani, ed è una strada che deve continuare a percorrere.

Il Milan può e deve lottare per i vertici in Italia, anche rispettando i principi della sostenibilità. 

E lo dimostra proprio quello scudetto vinto con merito nella stagione 2021-2022. 

Commenti

  1. Quello che rimprovero a Pioli lo sai, perché lo sbandiero da una vita: la paura. Il timore di osare, di far giocare nuove leve, la paura di scoprirsi, il trasmettere questo timore al gioco e alla squadra. nessuno come il Milan a seguito di un'espulsione sembra giocare in sei anziché in dieci. Nei momenti nei quali ci scrolliamo ogni timore reverenziale sembriamo i campioni del mondo, perché comunque abbiamo grosse personalità, gente che sa giocare e abbastanza velocità di scambi. Ci vorrebbe solo più gioia, un allenatore che trasmetta gioia e persuasione, anche se a vederlo sembra triste. Non faccio nomi. ;)

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    1. Sicuramente uno dei problemi del Milan è di tipo mentale. E questo dipende anche dall'allenatore. La paura è collegata al peso delle pressioni che fino a due anni fa non c'erano.

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  2. Ieri sera ho visto gioia. Grande gioia.. ;)

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    1. e io una squadra col baricentro piu' basso, terzini che fanno i terzini, musah il mediano, Reijnders il mediano di costruzione, Loftus incursore e Leao disciplinato sulla fascia. Bingo :D

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