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Premessa inevitabile. Non metto in discussione il valore di Zvonimir Boban come calciatore, né naturalmente le imprese sportive del Milan di cui ha fatto parte. E ovviamente l'opinione su Leao e sulla mancanza di leader è "stra-condivisibile".
Ma non condivido il modo di fare "opinionismo" da parte dell'ex calciatore croato.
Sia chiaro: la sua opinione vale 100 volte la mia. Ma è il modo in cui si esprime, con quel tono da persona che ha sempre in mano la verità.

E a volte la vita è fatta di curiosi paradossi: colui che è fustigatore di un Milan senza leader, veniva definito così da Carlo F. Chiesa nel numero 22 del maggio 1995 del Guerin Sportivo, all'indomani della finale di Champions League persa il 24 maggio al Prater di Vienna contro l'Ajax.
Ajax - Milan 1-0: la finale di Champions League 1995
Da tifoso rossonero fu per me una grande delusione, anche se effettivamente nel girone di Champions l'Ajax inflisse due perentorie sconfitte al Milan: il pronostico dunque pendeva dalla parte degli olandesi, guidati da Van Gaal in panchina e da Frank Rijkaard in campo.
La Gazzetta fu laconica: "Chiusa l'epopea Milan". In realtà, nelle stagioni 1993-1994 e 1994-1995, erano stati chiusi i rubinetti sul mercato. Nell'estate 1992 il Milan sborsò miliardi per affiancare ai tre olandesi e a Boban (reduce da un anno in prestito al Bari), due giocatori di grande rilevanza sul mercato internazionale: Savicevic e Papin. Inoltre arrivarono a suon di miliardi Lentini, la stella del Torino, ma anche Eranio e De Napoli.
Il mercato del Milan fu più di basso profilo nel 1993-94 e nel 1994-95. Il bilancio in grave dissesto richiedeva un tampone alle spese per gli acquisti di giocatori e di questo il Milan ne risentì nella stagione 1994-95. L'anno prima infatti, grazie a una difesa impenetrabile e ai gol di Massaro, il Milan fece il "double", scudetto e Coppa dei Campioni, mentre l'anno successivo pagò a caro prezzo il declino di Massaro, che poi chiuse la carriera in Giappone, e l'assenza di un attaccante in sostituzione di Van Basten, fermo praticamente dalla finale di Champions 1992-93 (l'olandese si sarebbe ritirato definitivamente nell'estate 1995, senza più scendere in campo).
Capello nell'estate 1994 ottenne come attaccante il ritorno di Gullit, dopo un anno di esilio a Genova, sponda Samp. Gullit era in pessimi rapporti con Capello (ci fu una litigata colossale prima di Juventus Milan 0-1 del 29 novembre 1992), che lo impiegava in un ruolo sgradito, ala destra del 4-4-2. Nella Sampdoria operava nel 4-4-2 come attaccante, al fianco di Mancini, ma con ampia libertà di movimento. Nello stesso schema, più rigido, alle dipendenze di Capello, faticò tantissimo nel ruolo di terminale offensivo, tanto che a novembre Gullit tornò alla Samp, in cambio del "declinante" Melli.
Il Milan pagò dazio tutta la stagione all'assenza di un centravanti, ma arrivò alla finale di Champions e terzo in Serie A grazie soprattutto ai gol di Simone e alle magie di Savicevic e nel finale di stagione ritrovò un brillante Lentini.
Tuttavia in finale di Champions, al Prater, Lentini giocò solo pochissimi minuti, mentre Savicevic fu costretto a dare forfait per un infortunio.
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Boban bocciato... |
Capello scelse la coppia Donadoni-Boban a presidio delle fasce, nel canonico 4-4-2, mentre l'Ajax propose il 3-4-3- con il rombo a centrocampo, con Reiziger, Frank De Boer e Blind in difesa, Rijkaard davanti alla difesa, Seedorf e Davids mezzali, Litmanen trequartista, Finidi e Overmars larghi sulle fasce e Ronald De Boer. Il 3-4-3 diventava 4-3-3 con Rijkaard difensore centrale.
La partita non fu memorabile e fu risolta all'84' da un rasoterra di Patrick Kluivert, futura meteora milanista. Nel corso della gara, Van Gaal schierò un altro attaccante, Kanu, arretrando Ronald De Boer a centrocampo.
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Il gol di Lentini
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Un'occasione non sfruttata dal Milan
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Il "nostro" Boban non disputò una buona gara, fu infatti valutato insufficiente sia dal Guerin Sportivo che dalla Gazzetta, anche se la rosea non bocciò totalmente il centrocampista croato.
Molto interessante l'editoriale di Carlo F. Chiesa, che "bacchetta" Boban e anche lo stesso Capello, accusandolo di aver schierato un Milan troppo prudente e remissivo (come Fonseca con il Bayer...ma Fonseca è sulla panchina del Milan da poco tempo).
Un editoriale che peraltro mette in mostra la qualità del giornalismo sportivo del passato: una critica davvero ponderata e misurata, dai toni ben diversi dal giornalismo di oggi.
Un Savicevic non si regala a nessuno... ;)
RispondiEliminaEsatto. Ed è anche più simpatico di Boban...ahah
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