L'intervista di Maldini sconquassa il mondo rossonero. C'è "vita" con Red Bird?



A qualche mese di distanza dall'addio, Paolo Maldini torna a parlare di Milan a Repubblica e lo fa con i modi che abbiamo apprezzato nei tempi in cui era calciatore: classe e durezza.

A Maldini però una cosa la rimprovero. 

I pessimi rapporti con Gazidis e Furlani, rispettivamente i Ceo scelti da Elliott e Red Bird, possono essere esclusivamente responsabilità di quest'ultimi - dalla parole di Maldini, comprese quella della celebre intervista post scudetto, ne esce un ritratto impietoso - ma in quanto vertice della piramide sono espressione della proprietà.

Avere pessimi rapporti con entrambi i Ceo è effettivamente un grande problema. Forse Maldini ambiva, al di là delle parole rilasciate nell'intervista, a svolgere un ruolo apicale alla Galliani e alla Marotta, accentrando ogni competenza? Non si discutono, ovviamente, né la legittimità di questa sua aspirazione, né le sue qualità. Ma evidentemente è stata dunque la causa del licenziamento di Maldini, non l'incompatibilità delle (ambiziose) idee di Maldini con il progetto di Elliott prima e di Red Bird poi (due progetti praticamente identici).

La proprietà si è assunta la responsabilità della decisione e deve essere giudicata per questo. Giudicare, criticare, ponderare, deliberare...è tutto legittimo e doveroso, ma le parole di Maldini non devono essere pretesto per fare una croce su tutto e per urlare all'incompetenza, o per trasformare un Moncada in un incapace arrampicatore sociale. 

Certamente l'attuale stagione sta prendendo una brutta piega, anche se a mio modo di vedere solamente per l'emergenza infortuni (che non è certamente sfiga). L'errore principale, ancor prima della conferma di Pioli, è stato attribuire al tecnico delle competenze da manager: in pratica l'allenatore e Moncada si sono "spartiti" le competenze di Maldini. Pioli ha sempre indirizzato le scelte di mercato (quale ds fa il mercato per non soddisfare le esigenze dell'allenatore?), ma semplicemente quest'estate avrebbe avuto più responsabilità nella gestione del gruppo. 

Sono scelte organizzative che non hanno pagato e a cui è doveroso dare rimedio, a partire dalla prossima estate, inserendo una figura di spessore in dirigenza, con competenza esclusivamente di campo e non di mercato, oppure scegliendo un allenatore con competenze da manager, con una personalità molto forte. 

Altre due priorità per il Milan saranno il settore giovanile (decidere cosa fare dei tanti giovani forti della Primavera: seconda squadra?) e la scelta dello staff che dovrà curare la preparazione atletica e la prevenzione-recupero degli infortuni, vera nota dolente degli ultimi campionati, un problema aggravatosi in questo.

Sono questi i punti focali sui quali deve vertere la discussione sul progetto Red Bird, non certo sull'acquisto di una punta o di un difensore centrale. Non stiamo infatti parlando di bilancio e parametri economici, ma di aspetti strettamente legati al campo. 

Perché Thuram sarà anche un rimpianto, ma negli schemi di Pioli avrebbe avuto la stessa efficacia che in quelli di Inzaghi? Sarebbe stato indenne alla "strage" di infortuni?

Il tempo darà dunque le risposte sulla validità del progetto Red Bird, solo il tempo, e non le parole di Paolo Maldini, benché egli sia una delle massime espressioni del milanismo. 


Commenti

  1. L'unico appunto è che da milanista puro, come innegabile Maldini lo sia, devi renderti conto di contesti e parole che possono far male innanzitutto al Milan.

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    1. Guardando alla partita di ieri ..hanno avuto un buon esito

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    1. Bravo Gus. Maldini è un campione, ha vinto tutto. Non ha bisogno di fare queste cose roboanti mediatiche. Se ha astio da riversare, è giusto che lo faccia in le persone oggetto dei suoi strali.

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